Biografie degli amministratori


Regio Commissario Straordinario
(31 maggio - 20 giugno 1859)

VISCONTI VENOSTA Giovanni, Milano 1831-1906, nobile, dottore in legge, deputato al Parlamento, cavaliere dei ss. Maurizio e Lazzaro, commendatore della Corona d'Italia.
Fu educato, come il fratello Emilio, all'istituto Boselli di Milano e appartenne a quel gruppo di giovani lombardi legati a Cesare Correnti che abbracciò in un primo tempo gli ideali mazziniani per passare più tardi nelle file monarchiche e finire in quelle moderate conservatrici.Troppo giovane per poter partecipare all'insurrezione milanese del 1848, fu tuttavia esule in Piemonte. Nel 1859 fu inviato in Valtellina come commissario regio. Nel 1865 venne eletto deputato al Parlamento per il collegio di Milano. Ricoprì molti incarichi amministrativi. A Milano fu consigliere e assessore comunale e sovintendente scolastico; fu presidente dell'Associazione Costituzionale, del Museo del Risorgimento, dell'Associazione Generale degli Operai, della Società degli Autori ed Editori, della Commissione di soccorso per l'Emigrazione Veneta. Fu anche socio fondatore della Società Storica Lombarda, membro del consiglio di importanti società fra le quali la Società di Sviluppo delle Imprese Elettriche, la Società Anonima di Assicurazione contro gli Infortuni e la Società Telefonica dell'Alta Italia. A Sondrio fu commissario per i monumenti e sedette per anni nel Consiglio Provinciale di cui fu membro autorevole e attivo. Fu tuttavia prevalentemente scrittore e giornalista (scrisse soprattutto sul "Crepuscolo" e sulla "Perseveranza").
Fra le sue opere si segnala per importanza storica e letteraria e come fonte diretta e puntuale di notizie sulle vicende del Risorgimento lombardo e valtellinese, "Ricordi gioventù. Cose vedute o sapute 1847-1860". Il libro riferisce anche come, da una poesia scherzosa intitolata "La partenza del crociato" scritta a Tirano dal Visconti Venosta, nacque il personaggio letterario del "Prode Anselmo".

E.D.N. [Ennio Di Nolfo], Nota in Visconti Venosta G., Ricordi di gioventù, Biblioteca Univeresale Rizzoli, Milano 1959, pp.5-12.


Regio Intendente Generale della Provincia
(20 giugno - dicembre 1859)

GUICCIARDI Enrico, Ponte in Valtellina 6.11.1812 - 1.7.1895, nobile, dottore in legge, deputato al Parlamento, senatore del Regno, cavaliere di gran croce dell'Ordine dei ss. Maurizio e Lazzaro, ufficiale dell'Ordine Militare di Savoja.
Laureato in legge all'Università di Pavia esercita per qualche tempo il notariato a Sondrio. Nell'insurrezione del 1848 assume il comando del battaglione valtellinese inviato alla difesa dei confini, allo Stelvio e al Tonale e al ritorno degli austriaci si ritira con 55 volontari a Poschiavo per passare dopo qualche mese in Piemonte. Nel 1849 viene nominato da Carlo Alberto capitano dei bersaglieri dell'esercito piemontese con l'incarico di costituire quel battaglione valtellinese che si distinguerà per valore nella battaglia di Novara. Nel 1859 alla ripresa della guerra contro l'Austria, su proposta del Commissario regio Giovanni Visconti Venosta, viene nominato dal Cavour Intendente generale della Provincia di Sondrio della quale prende possesso il 20 giugno. In questa veste dovrà occuparsi dei problemi organizzativi indotti dalle formazioni garibaldine dei Cacciatori delle Alpi inviate a difendere i confini a dell'arrivo a Sondrio del generale Garibaldi (29 giugno). Quando, con la pace di Villafranca (11 luglio), la Lombardia entra a far parte del Regno di Sardegna, all'intendente generale subentra, in qualità di regio governatore, il cugino Luigi Torelli.
Nel 1860 Enrico Guicciardi viene eletto deputato e nel 1861 è nominato prefetto di Cosenza. Lascerà la carica nel 1865 per dissensi intervenuti sulla sua lungimirante condotta nella lotta al brigantaggio.
Nel 1866, allo scoppio della guerra contro l'Austria, organizza, in qualità di colonnello della Guardia Nazionale Mobile, la difesa dello Stelvio contro rilevanti forze nemiche. Nello stesso anno, dopo essere stato per due mesi Commissario Regio a Mantova, viene eletto deputato al Parlamento per il collegio di Reggio Emilia, carica a cui rinuncia per la sopraggiunta nomina a Senatore del Regno (Decreto 12.6.1866 per le categorie III e XX). L'anno seguente è nominato Prefetto di Palermo, dove rimarrà fino al 1868. Nel 1872 è chiamato alla presidenza nazionale della Croce Rossa, incarico che non gli impedisce di impegnarsi nella promozione del CAI valtellinese e di accettare, con spirito di servizio la nomina a Sindaco di Ponte in Valtellina, carica in cui rimarrà fino alla morte.

1° luglio 1895. In memoria di Enrico Guicciardi, Sondrio 1895


Regio Governatore della Provincia
(dicembre 1859 - novembre 1861)

TORELLI Luigi, Villa di Tirano 9.2.1810 - Tirano 2.12.1887, conte, deputato al Parlamento , senatore del Regno, gran cordone dell'Ordine dei s.s. Maurizio e Lazzaro, cavaliere dell'Ordine Militare di Savoia.
Alunno del Collegio Teresiano, studia Filosofia e Diritto a Vienna dove progetta di liberare il figlio di Napoleone per porlo a capo di una rivoluzione per l'indipendenza italiana. Assume un impiego pubblico a Milano che lascia nel 1832 nell'impossibilità di mantenere fede al giuramento di fedeltà all'Austria. Torna in Valtellina dove si dintingue nella lotta contro il colera a Tirano meritandosi una medaglia d'oro. Nel 1846 pubblica clandestinamente i " Pensieri sull'Italia di un anonimo lombardo". Nel 1848 prende parte attiva alle Cinque giornate di Milano dove assume il comando delle Pattuglie e compie il noto gesto di issare la bandiera tricolore sul duomo prima di essere inviato in Valtellina con l'incarico di disporre le difese da una possibile invasione. Esule in Piemonte combatte nella battaglia di Novara. Deputato di Arona e Intra nelle legislature III, IV, V e VI, nel 1959 è relatore alla Camera di una legge in favore della Valtellina colpita dalla Crittogama e dalla siccità. L'anno stesso giunge a Sondrio in qualità di regio governatore della provincia. Nel 1860 sarà nominato senatore per niziativa del Cavour. Ministro dell'agricoltura nei gabinetti Perrone (1848) e Lamarmora (1864-65) sarà poi prefetto a Bergamo, Palermo, Pisa e di nuovo Palermo nel 1866 dove si distinte nella repressione della sommossa di quell'anno e, infine, di Venezia dal 1867 al 1872.
Si interessò alla realizzazione del canale di Suez, dell'erezione degli ossari di San Martino e Solferino, delle bonifiche dell'Agro Romano, della lotta alla malaria e dei trafori delle Alpi.
Per i servigi resi alla Corona e al Paese nel 1874 il re Vittorio Emanuele II gli conferì il titolo nobiliare di conte. Ebbe riconoscimenti e onorificenze anche all'estero: ufficiale dell'Ordine di Osmanié (1857, Turchia); gran cordone della Legione d'Onore (1870, Francia); gran croce di Francesco Giuseppe I° (1871, Austria) e ufficiale dell'Ordine di Leopoldo (1877, Belgio).
Torelli lascia molte pubblicazioni di politica, di storia e agricoltura (1) ed ampia è anche la bibliografia su di lui e sulla sua opera. (2)
Fu governatore della provincia dal 1959 al 1961 (3). In questa veste insediò il primo Consiglio provinciale eletto dopo la cacciata degli Austriaci.

(1) Monti Antonio, Il conte Luigi Torelli 1810-1887, Milano 1931, pp.513 (con elenco delle opere a stampa del Torelli alle pp. 491-503)
(2) Bruno Ciapponi Landi, Bibliografia, in Atti del convegno Luigi Torelli nel primo centenario della morte 1887-1987, Società Storica Valtellinese, Sondrio 1991 pp. 87 (75-85)
(3) Manfredi Silio, Il governatorato di Luigi Torelli in Valtellina, Società Storica Valtellinese, Pavia 1935, pp.235


Presidenti del Consiglio Provinciale dal 1860 al 1923

LAMBERTENGHI Giovanni, Grosotto 8.4.1794 - Sondrio 19.7.1881 nobile, dottore in legge, cavaliere dei ss.Maurizio e Lazzaro.
Figlio di una sorella di Nicola Visconti Venosta (l'avo di Emilio e di Giovanni, figura di primo piano nelle vicende valtellinesi a cavallo fra il XVIII e il XIX secolo), compare nell' "Almanacco della Provincia di Sondrio per l'anno 1829" come "ascoltante" presso "lI R.Tribunale provinciale di prima istanza". A causa della sua adesione all'insurrezione del 1848 perse l'impiego che riebbe solo dopo il 1859 quando il commissario regio della Provincia Giovanni Visconti Venosta lo chiamò a costituire, con il dott. Giacomo Lambertenghi e don Pietro Sertoli, il Comitato di salute pubblica che sostituì l'ufficio di polizia dopo l'allontanamento degli austriaci. È "consigliere" del R. Tribunale provinciale nel 1860 quando viene proclamato eletto nel primo Consiglio provinciale insediato dal governatore Luigi Torelli. In tale occasione viene chiamato a presiedere la seduta, dapprima per anzianità, poi per elezione. Al momento della morte era "Consigliere d'Appello" a riposo, era vedovo di Ludovica Merizzi ed abitava a Sondrio in piazzetta Carbonera.
Presiedette il Consiglio provinciale dal 1860 al 1861.

Visconti Venosta Giovanni, Ricordi di gioventù 1847-1860, BUR, Milano 1959, p. 333.
Necrologio in "La Valtellina" 22.7.1881

CAIMI Pietro, Sondrio 21.3. 1797 - 2.12.1867, dottore in legge.
Studiò diritto a Vienna e a Padova e rivestì varie cariche pubbliche. Durante la dominazione austriaca fu ispettore delle II. RR. Scuole elementari, deputato "non nobile" nella Congregazione Provinciale e deputato alla Congregazione Centrale Lombarda di Milano. Socio dell'Accademia Fisio-Medico-Statistica, lasciò diversi scritti in difesa della natura e in particolare dei boschi. Importanti una sua relazione "Sul censo in Valtellina" ed altre di carattere economico-sociale. Nel 1861 fondò, con Romualdo Bonfadini, Emilio, Giovanni e Carlo Visconti Venosta, Antonio Maffei e Aristide Caimi il giornale provinciale "La Valtellina". Eletto nel primo Consiglio provinciale insediato dal governatore Luigi Torelli il 14 febbraio 1860 fu eletto segretario e chiamato a far parte della Deputazione.
Presiedette il Consiglio provinciale dal 1861 al 1862.

Gandola Luigi, Albo storico-biografico degli uomini illustri valtellinesi, Sondrio, 1879, p.23
Cenno necrologico, in "La Valtellina" 6.12.1867
Necrologia, Lo Stelvio 17.12.1867

MERIZZI Giovanni Battista, Tirano 27.5.1832 - Sondrio 1.8.1909, nobile, avvocato, commendatore della Corona d'Italia.
Laureato in legge nel 1853 a Pavia iniziò l'attività forenze nel 1858 a Sondrio dove trasferì da Tirano la residenza della famiglia. Sposato con Rosa Nani di Morbegno, nipote del celebre giureconsulto Tommaso, era fratello dell'arcivescovo Giacomo, stimato prelato e insigne benefattore di Tirano. Di opinioni conservatrici, ma sensibile alle problematiche sociali, nel 1860 venne eletto consigliere provinciale (in Consiglio sedeva anche il cugino Giacomo, avvocato di idee repubblicane vivacemente professate, che nel 1876 farà eletto deputato al Parlamento).
Membro della Deputazione provinciale per diversi anni, fece parte del Comitato Forestale, della Giunta Provinciale Amministrativa, del Consiglio Provinciale Scolastico e per un ventennio fu presidente della Commissione Provinciale per la Ricchezza Mobile. Fu anche consigliere e assessore comunale di Sondrio. Quando morì era decano e presidente dell'Ordine degli avvocati della provincia e godeva fama di eccezionale eloquenza e capacità professionali. Lasciò tre figli, Antonio che fu prefetto del Regno, Giovanni, avvocato, deputato al Parlamento e a sua volta presidente del Consiglio provinciale, Giacomo, ingegnere assai stimato in campo elettrico.
Presiedette il Consiglio provinciale dal 1863 al 1884

Necrologio in "Corriere della Valtellina" 6.8.1909

BONFADINI Romualdo, Albosaggia 16.9.1831 - 14.10.1899, avvocato, giornalista, storiografo, deputato al Parlamento, senatore del Regno, commendatore della Corona d'Italia
Frequenta il liceo a Milano dove il padre è rappresentante della Provincia presso la Congregazione centrale lombarda e prende parte diciassettenne alle Cinque Giornate. Laureato in legge a Pavia esercita per qualche tempo l'avvocatura a Milano, ma passa presto al giornalismo politico raggiungendo fama nazionale soprattutto come polemista. Collaborò con numerosi giornali e riviste fra cui "Il Crepuscolo", il "Corriere della Sera" (dove dal 1885 alla morte pubblicò le sue seguitissime analisi politiche), la "Nuova antologia", "La Perseveranza" e per qualche tempo diresse "Il Politecnico" fondato da Carlo Cattaneo. Fu anche presidente dell'"Associazione della stampa periodica italiana" e autore di libri storici. Deputato di Adria, Clusone e Reggio Emilia nelle legislature X, XI, XII e XIV, svolse con successo numerosi incarichi governativi fra i quali delicate missioni a Roma e a Parigi per conto del Ministro degli esteri Emilio Visconti Venosta. Nel 1874 fu nominato Segretario generale alla pubblica istruzione (allora equivalente di viceministro), nel 1891 membro del Consiglio di Stato e nel 1896 senatore del Regno per la terza categoria.
Nel 1866 aveva partecipato alla difesa dello Stelvio con il grado di furiere maggiore nello stato maggiore della legione e nel 1871 aveva partecipato alla fondazione della Sezione valtellinese del Club Alpino Italiano con Luigi Torelli, Enrico Guicciardi e Giovanni Visconti Venosta.
Presidente della Società agraria valtellinese, fonda con quest'ultimo, l'"Almanacco agricolo valtellinese". Dopo la sua morte il Consiglio provinciale di Sondrio fece eseguire allo scultore Salvatore Pisani un busto di bronzo del Bonfadini che venne posto nella sala consiliare con la seguente epigrafe dettata da Giovanni Visconti Venosta (promotore dell'iniziativa): "Romualdo Bonfadini/Senatore del Regno/Consigliere di Stato/ coll’ ingegno col carattere cogli scritti/illustrò la Patria ed il Paese nativo/ Il Consiglio Provinciale di Sondrio / che lo ebbe per molti anni Presidente/i compatriotti e gli amici d’ogni parte d’Italia / questo ricordo posero/1901". Un'altro esemplare del busto venne posto a Roma nella sala riunioni dell'Associazione della stampa.
Presiedette il Consiglio provinciale dal 1884 al 1899.

Romualdo Bonfadini, in "La Valtellina" 14.10.1899
Luzzatti Luigi, Romualdo Bonfadini, in "La nuova antologia" 1.6.1900

TOCALLI Cesare, Morbegno 1844 -1923, notaio, cavaliere della Corona d'Italia.
Figlio dell'ingegner Carlo (1810-1887), che partecipò nelle campagne 1848-'49 nell'esercito piemontese e di una Galimberti sposò la signora Gina Fabani (1862-1928).
Combattente nelle fila garibaldine in Trentino, militò nel partito Liberale democratico e fu per ben 29 anni sindaco di Morbegno dove esercitò per oltre cinquant'anni la professione di notaio.
La figlia Emma sposò l'avv. Gerolamo Facetti di Sondrio.
Presiedette il Consiglio provinciale dal 1900 al 1904.

Cenni necrologici in "Corriere della Valtellina", 16.8.1923
Necrologio in "La Valtellina", 18.8.1923

BOTTERINI dÈ PELOSI Giuseppe, Sondrio 15.9.1853 - 6.1.1927, avvocato, senatore del Regno, cavaliere della Corona d'Italia
Suo padre, Giovanni Battista, cavaliere dei SS. Maurizio e Lazzaro, era considerato l'uomo più ricco della città ed aveva ricoperto vari incarici pubblici (assessore del comune di Sondrio, deputato provinciale, presidente della Congregazione di Carità e membro della Fabbricieria). Ammiratore di Maurizio Quadrio, aveva sostenuto "col consiglio e con gli averi" la causa nazionale nel 1848, nel 1859 e nel 1866. Al momento dell'insurrezione del 1848 aveva accettato di assumere, in qualità di podestà di Sondrio, i poteri deposti nelle sue mani dal Regio Delegato e dagli altri magistrati austriaci rimossi.
Giuseppe, nato dal quarto matrimonio del padre, con la nobile Rosa Sertoli era legato da vincoli di parentela con le più cospicue famiglia sondriesi (Paribelli, Gianoli, Ferrari, Zanatti).
La sorellastra Maddalena detta Nina aveva sposato il nob. avv. Gaudenzio Guicciardi che il 5 giugno 1859, in qualità di podestà di Sondrio, proclamò il voto del municipio per l' adesione all'insurrezione e per l'annessione al Piemonte e fu poi, dal 1881 al 1903, rappresentante della Provincia nella Commissione Centrale di Beneficienza della Cassa di Risparmio delle PP.LL. Laureato in giurisprudenza nell'Università di Pavia approfondì le discipline giuridiche, storiche, economiche e amministrative. Aderente al partito Democratico-radicale fu sindaco di Sondrio dal 1902 al 1910, rappresentente del Comune di Sondrio nel Consiglio scolastico provinciale, presidente del Consiglio di amministrazione dell'Ospedale civile di Sondrio e consigliere provinciale. Nel 1912 venne nominato senatore del Regno per la 16a categoria.
Presiedette il Consiglio provinciale dal 1905 al 1910.

Nel trigesimo della morte del Comm. Avv. Giuseppe Botterini De Pelosi Senatore del Regno, "Il popolo valtellinese" 29.1.1927

CREDARO Luigi, Sondrio 15.1.1860 - Roma 15.2.1939, laureato il lettere e filosofia, deputato al Parlamento, cavaliere di gran croce decorato del gran cordone dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.
Figlio di contadini frequenta il liceo ginnasio a Sondrio. Ottiene, per merito, il posto gratuito nel Collegio Ghislieri di Pavia nella cui università si laurea in filosofia nel 1883. Nel gennaio del 1884 inizia l'insegnamento presso il liceo 'Nolfi' di Fano e in ottobre di sposa con Elisa Paini. Nel 1885 escono i suoi primi articoli su riviste specializzate e alla fine dell'anno il suo nome figura fra i redattori della "Filosofia delle scuole italiane" insieme a quello del suo maestro Carlo Cantoni e dei più noti filosofi italiani. Nel 1886 è trasferito al liceo di Sondrio. Dal 1887 al 1888 vive a Lipsia -nella cui università ha ottenuto un posto di perfezionamento offerto dal Collegio Ghislieri- un'esperienza fondamentale per la sua formazione scientifica seguendo i seminari di pedagogia e psicologia sperimentale ispirati alla scuola herbartiana.
Nel 1890 vince per concorso la cattedra di Storia della filosofia nell'ateneo pavese dove solo sei anni prima si era laureato. Nel 1895 viene eletto deputato per il collegio di Tirano, carica che manterrà dalla XIX alla XXIV legislatura. Nel 1899 è eletto consigliere e assessore alla pubblica istruzione al Comune di Pavia. Nel 1901, su proposta del Labriola, è chiamato alla cattedra di Pedagogia nell'Università di Roma che terrà fino al 1935.
Concorse alla fondazione dell' "Unione magistrale nazionale" (che presiedette per qualche anno) e della "Scuola pedagogica", la prima con lo scopo di migliorare le condizioni , la seconda la preparazione dei maestri. Autore di numerose scritti filofici e pedagogici fu condirettore del "Dizionario di pedagogia" e nel 1907 fondatore la "Rivista pedagogica".
Alla Camera si schierò con il gruppo radicale all'estrema sinistra. Sottosegretario di Stato alla pubblica istruzione dal febbraio al marzo del 1906 nel primo ministero Sonnino e ministro della pubblica istruzione nei gabinetti Luzzatti e Giolitti dal marzo 1910 al marzo 1914. In questi anni fece approvare 117 leggi e condusse a termine una importante riforma della scuola.
Fu fra i firmatari del manifesto antifascita di Benedetto Croce.
Dall'agosto 1919 all'ottobre 1922 fu governatore civile del Trentino-Alto Adige.
Il 6 ottobre 1919 fu nominato senatore del Regno per le categorie 3a e 5a.
Presiedette il Consiglio provinciale dal 1911 al 1919.

Guarnieri Patrizia, Luigi Credaro. Lo studioso e il politico, Società Storica Valtellinese, Sondrio 1979
Patrizia Guarnieri (a cura)Luigi Credaro nella scuola e nella storia. Atti del Convegno internazionale, Sondrio, 15-16 settembre 1979, Società Storica Valtellinese, Sondrio 1986

MERIZZI Giovanni, Sondrio 30.9.1864 - 24.10.1941, nobile, avvocato, deputato al Parlamento, commendatore della Corona d'Italia.
Figlio dell'avv. Giovanni Battista (presidente del Consiglio provinciale dal 1863 al 1884) si era brillantemente laureato in legge a Napoli nel 1886 ed era quindi succeduto al padre nello studio legale sondriese. Fino al 1911 militò nel partito liberale che lasciò per non condividere la responsabilità delle ingiuste discriminazioni inflitte ai cattolici valtellinesi. Nel 1919 fu fra i promotori della sezione provinciale del Partito Popolare nelle cui fila venne eletto deputato nella XXV e nella XXVI legislatura.
Ebbe incarichi delicati e di grande responsabile, tra i quali la presidenza della Commissione per i danni di guerra e fu anche consigliere comunale di Sondrio
In campo nazionale assurse a simbolo di dignità e fierezza il suo gesto di rifiutare -contro le indicazione del suo partito- il voto alla Camera all'ordine del giorno che avrebbe portato alla concessione dei pieni poteri a Mussolini. Fu perseguitato dal fascismo e una squadraccia giunse a fare irruzione della sala del Consiglio provinciale di Sondrio reclamando le sue dimissioni da presidente. Ricevette minacce, subì un'incursione con tentativo d'incendio nello studio e, malgrado fosse già vecchio e malato, fu deferito alla Commissione del Confino e condannato alla 'vigilanza specialÈ. Nel 1926 i fascisti inclusero il suo nome nell'elenco degli antifascisti che non sarebbero sopravvissuti al duce se questi fosse caduto vittima di un attentato.
Presiedette il Consiglio provinciale dal 1920 al 1923.

Gnocchi Alberto, Ricordo di Giovanni Merizzi, "Corriere della Valtellina" 5.4.1969


Presidenti della Deputazione Provinciale dal 1889 al 1923

PARIBELLI Gian Giacomo, Sondrio 9.6.1855 - 24 .10.1914, nobile, avvocato, commendatore della Corona d'Italia.
Laureato in giurisprudenza aveva esercitato per qualche anno l'avvocatura poi si era dedicato con riconosciuta competenza alla pubblica amministrazione ed aveva ricoperto diverse cariche fra cui quella di presidente dell'Amministrazione provinciale di Sondrio e di Giudice Conciliatore a Sondrio e a Milano. Scrisse anche un saggio intitolato Il decentramento come necessità politica edito a Sondrio dal Quadrio nel 1892.
L'on. Luigi Credaro che veste di presidente lo commemorò nella seduta del Consiglio Provinciale successiva alla morte, ricordò l'unanime stima goduta in valle dallo scomparso, il suo impegno in varie associazioni, fra cui la Pro Mutis, attribuendogli il merito di avere portato a termine come membro della Deputazione provinciale il regolamento delle scuole popolari d'arti e mestieri aperte poi a Chiavenna, Morbegno, Tirano e Bormio. Ricordò anche la sua opera disinteressata e coscienziosa a favore degli umili e dei poveri e il suo interesse di cultore e studioso dell'arte valtellinese.
Politicamente schierato con i liberali moderati era tuttavia considerato al di sopra delle parti ed apprezzato per la sua saggezza. Sua moglie, Camilla Caimi [Sondrio 17.7.1860-Milano 12.1.1955], era figlia del cav. Aristide, capitano e aiutante maggiore della legione della Guardia Nazionale Mobile impegnata nella difesa dello Stelvio nel 1866 e autore di alcuni scritti sulla Valtellina.
Con i cavalieri Giacomo Orsatti e Giovanni Guicciardi fu membro della Commissione arbitrale per il riparto dei canoni idraulici per l'Alta Valtellina, la Valmalenco e la Val Masino.
Consigliere provinciale scolastico, mebro della Giunta provinciale delle scuole medie
Presidente del Comizio Agrario.

La morte del comm. Paribelli, in "La Valtellina" 24.10.1914
Emilio Visconti Venosta e G.G. Paribelli commemorati dall'on.Credaro, in ”La Valtellina 12.1.1915“

ORSATTI Giacomo, Sondrio 10.10.1849 - 28.10.1926, ingegnere, Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.
Reduce garibaldino, ricoprì diverse cariche pubbliche e si occupò attivamente della conservazione del patrimonio storico e artistico provinciale. Fu membro della Commissione arbitrale per il riparto dei canoni idraulici per l'Alta Valtellina, la Valmalenco e la Val Masino.
Si interessò alle arginature dell'Adda e alla possibilità di collegamento ferroviario della Valtellina con l'Engadina. Interessanti su questi argomenti i suoi scritti: La critica dell'ing. Camagni sul rettilineo dell'Adda a Tirano pubblicato su "La Valtellina" dell'8.3.1890 e L'allacciamento delle Ferrovie Valtellinesi alle Engadinesi per Valmalenco, su "La Valtellina" 5,12,19 dic. 1903. Pubblicò anche una Relazione sulla condotta forzata della città di Sondrio (Sondrio 1889).
Durante il mandato, insieme a Emilio Quadrio e al sindaco Toccalli, intervenne e prese la parola a Sondrio in una manifestazione contro la guerra d'Africa. È il padre dell'ing. Filippo, preside della Provincia dal 1943 al 1944.
Presiedette la Deputazione provinciale dal 1895 al 1898.

Sondrio, Cimitero Urbano, Cappelle gentilizie , med. in br. di E.Gunella (1929)

DEL FELICE Antonio, Sondrio 1846 - 1918, notaio, cavaliere della Corona d'Italia
Esercitò il notariato a Sondrio per mezzo secolo e fu a lungo presidente del Collegio notarile, carica che deteneva anche al momento della morte. Politicamente di parte moderata fu eletto ininterrottamente consigliere provinciale per molti anni e fu più volte membro della Deputazione.
Aveva sposato Marianna Zanatti, discendente di Alberto De Simoni e parente di Emilio Quadrio di cui Antonio era primo cugino. Fra i suoi meriti pubblici viene ascritta l'assenza di partigianeria che lo faceva apprezzare anche dagli avversari e fra quelli privati l'assistenza che riservò al nipote Angelo Schena (il futuro avvocato e presidente della Deputazione), figlio di una sua sorella morta di parto dandolo alla luce e di un medico bormiese morto quando il bambino aveva 15 anni.
Presiedette la Deputazione provinciale dal 1899 al 1904.

Necrologie in Cvd 26.7.1918 LP 25.7.1918

QUADRIO dÈMARIA PONTASCHELLI Emilio Angelo, nobile, ragioniere, pubblicista, editore, Sondrio 10.4.1858 - Roma 3.12.1933, Commendatore dell'Ordine della Corona d'Italia.
Pubblicista e pubblico amministratore esordì a Milano nel giornalismo politico-letterario. Tornato a Sondrio vi fondò il settimanale "La Provincia" (1885) e qualche anno più tardi assunse la direzione de "La Valtellina" che lasciò nel 1908 per tornare a dar vita a "La Provincia" che continuò a pubblicare fino al 1921 quando si trasferì a Roma. In ambito nazionale fu fra i fondatori dell'Associazione della Stampa che rappresentò in vari congressi internazionali e della quale fu uno dei segretari. Come pubblico amministratore sedette per alcuni periodi nel Consiglio comunale del capoluogo, ma soprattutto si dedicò all'amministrazione della provincia. Consigliere dal 1901 al 1920 dedicò particolare impegno alla soluzione del problema dell'assistenza manicomiale e all'istituzione dell'Ospedale Psichiatrico Provinciale che all'epoca fu considerato fra i più moderni e funzionali istituti del genere.
Per un decennio rappresentò la Provincia nella Commissione Centrale di Beneficienza amministratrice della Cassa di Risparmio della Provincie Lombarde. Per oltre trent'anni presiedette la Società Operaia maschile di Sondrio e per molti anni il Consiglio di Amministrazione del Civico Ospedale che lasciò nel 1925. Nell'espletamento degli incarichi gli è riconosciuta perizia e grande disisnteresse personale.
Il 9 febbraio 1913 sposò a Roma la celebre violinista Teresina Tua, vedova del conte Franchi Verney della Valletta, che gli sopravvisse e che un anno dopo la sua morte adempiendo la volontà dello scomparso, donò al Comune di Sondrio, con il vincolo di utilizzo a scopo culturale, la bella villa con giardino in cui hanno sede la Civica Bilblioteca e la Società Storica Valtellinese.
Presiedette la Deputazione dal 1905 al 1911.

Emilio Quadrio, in "Il Popolo Valtellinese" 23.12.1933

GUICCIARDI Giuseppe, Tresivio 9.4.1856 - 1.3.1937, nobile, avvocato, cavaliere della Corona d'Italia
Discendente dal ramo di Tresivio della nota famiglia pontasca che nel corso dei secoli ha illustrato la valle con l'opera di tanti suoi membri fra i quali spicca il conte Diego, che fu Cancelliere supremo di Valtellina, segretario e consigliere di stato della Repubblica Italiana, deputato della Valtellina al Congresso di Vienna, vicepresidente dell'I.R. Governo di Lombardia. Il padre, Ruggero, si era distinto nel 1848 quale ufficiale dei volontari valtellinesi al Tonale e l'avo, Francesco, (cugino del conte Diego) era stato uno dei protagonisti del primo Risorgimento valtellinese. Nel 1848, in qualità di presidente della Congregazione provinciale, aveva attivamente collaborato con gli inviati del Governo provvisorio -l'amico Maurizio Quadrio e il nipote Luigi Torelli- nell'organizzazione della difesa dello Stelvio e del Tonale ed aveva fatto approvare dalla Congregazione un "indirizzo" di saluto al re Carlo Alberto.
Giuseppe Guicciardi fu membro della Deputazione provinciale e podestà di Tresivio. Suo figlio Carlo Alberto, fu presidente del Tribunale di Sondrio e consigliere d'appello a Venezia, Brescia e Genova. il figlio di questi, Francesco, è avvocato dello Stato e presidente del gruppo bancario Credito Valtellinese.
Presiedette la Deputazione provinciale dal 1912 al 1919

Guicciardi Francesco, La famiglia Guicciardi a Tresivio nel corso dei secoli, in "Tresivio. Bollettino della biblioteca comunale di Tresivio" n.9, giugno 1992, pp.79-86
Guicciardi Francesco, La figura di Francesco Guicciardi nelle vicende del primo Risorgimento valtellinese, in "Tresivio. Bollettino della biblioteca comunale di Tresivio" n.3, marzo 1985, pp.79-86

VITALI Enrico, Sondrio 7.5.1871 - 13.12.1955, ingegnere, commendatore della Corona d'Italia
Di famiglia benestante non esercitò la professione se non per la costruzione e il restauro di chiese, oratori, istituti di beneficenza. Credente fervente e praticante fu prodigo con i poveri in soccorsi materiali e in sostegni morali. Entrato giovanissimo nel movimento cattolico fu tra i fondatori dell'Unione Democratico-cristiana Valtellinese e della Banca Piccolo Credito Valtellinese della quale nel 1909 fu eletto presidente, carica che mantenne, come effettivo e come onorario, fino alla morte. Nel 1923, in un momento di grave necessità dell'istituto, non aveva esitato a garantirne l'attività con il suo patrimonio personale. Nel 1919 fu eletto segretario del comitato promotore della sezione provinciale del partito Popolare e per un certo periodo fu anche direttore del Corriere della Valtellina.
Ricoprì diversi incarichi pubblici con capacità amministrativa e spiccata dirittura morale. Fu assessore al Comune di Sondrio e consigliere provinciale.
Presiedette la Deputazione provinciale dal 1920 al 1923.

Profilo in "Banca Piccolo Credito Valtellinese 1908-1958", Lecco 1959, p.75
È morto l'ing. E. Vitali, in "Corriere della Valtellina" 17.12.1955


Presidenti della Commisione Reale per l'Amministrazione Straordinaria della Provincia dal 1924 al 1929

BERTOLDI Giulio, Ivrea 11.1.1862- Sondrio il 28.10.1926, dottore in.legge, viceprefetto, commendatore della Corona d'Italia.
Funzionario di carriera, prestò servizio nelle prefetture di Messina, Vicenza, Cuneo e di altre provincie. Nel 1917 a Vicenza, durante una missione di servizio, venne ferito gravemente al capo e agli occhi da un proiettile lanciato da un velivolo austriaco e dovette sottoporsi a una delicata operazione. Nel 1918-19 prestò servizio come commissario civile a Trento. A Sondrio gettò le basi per il concreto avvio dell'attività del Consorzio provinciale antitubercolare di cui fu presidente. Presiedette la Commissione reale dal 1924 al 1926.

In memoria del comm.Giulio Bertoldi, "Il popolo valtellinese" 6.11.1926, p.4

BOSATTA Emilio, Sondrio 22.1.1871 - 11.11.1944, notaio, commendatore della Corona d'Italia.
Il padre rag. Luigi fu sindaco di Sondrio dal 1889 al 1890, la madre Martina Valaperta apparteneva alla nota famiglia proprietaria della omonima filanda sondriese. Laureato in legge nell'Università di Pavia, esercitò per diversi decenni il notariato a Sondrio. Esponente di rilievo dell'Associazione liberale e democratica, dopo l'avvento del fascismo aderì al partito, del quale divenne uno dei più qualificati esponenti chiamato a ricoprire le maggiori cariche amministrative locali. Fu sindaco di Sondrio dal 1920 al 1926 e podestà dal 1926 al 1929. Membro della Commissione reale per l'amministrazione straordinaria della Provincia, al momento della morte del preside comm. Bertoldi fu chiamato a succedergli. Tenne la carica contemporaneamente a quella di podestà di Sondrio. Consigliere della Banca Popolare di Sondrio dal marzo del 1916, ne resse la presidenza dal 1940 alla morte. Fu anche iniziatore e primo presidente dell'Istituto autonomo case popolari della provincia. Per questo nel 1959 gli venne intitolata la strada del capoluogo che congiunge via Del Grosso a viale Milano attraversando il quartiere delle case popolari.
Presiedette la Commissione reale dal 1926 al 1929.
(si veda anche la scheda relativa al successivo mandato)

In seduta 4.7.29 il presidente della Commissione Reale Bosatta informa il Rettorato che in seguito della entrata in funzione della legge 27.12.1929, n. 2962 passano al Preside le funzioni della Deputazione e al Rettorato quelle del Consiglio provinciale.


Presidenti del Rettorato Provinciale (presidi della Provincia) dal 1929 al 1945

SERTOLI Arnaldo, Napoli 10.12.1892 - Sondrio 31.10.1981, geometra, dottore in scienze agrarie, deputato al Parlamento, commendatore della Corona d'Italia, cavaliere di Vittorio Veneto.
Appartenente al ramo di Delebio della nobile famiglia valtellinese fu sindaco e poi podestà di Delebio, capo dei Sindacati della provincia, commissario dell'Ospedale Civile di Sondrio, membro della Commissione reale per l'amministrazione straordinaria della provincia e quindi rettore provinciale. Era vice presidente del Rettorato al momento delle dimissioni del preside Bosatta (agosto 1929) del quale assunse le funzioni fino all'insediamento del nuovo preside nel marzo 1931.
Di deve in larga parte a lui l'iniziativa della costruzione dell'attuale Palazzo del Governo e della Provincia.
Deputato al Parlamento per la XXVIII e XXIX legislatura, consigliere nazionale alla Camera dei fasci e delle corporazioni nella XXX quale membro del consiglio della Corporazione zootecnia e pesca, in rappresentanza del Partito Nazionale Fascista. Fu promotore di un provvedimento legislativio speciale per la riduzione dell'estimo catastale nella zone agrarie di montagna della nostra provincia. Ha lasciato numerosi scritti soprattutto di agricoltura montana pubblicati in varie riviste.
Fu anche podestà di Aosta e colonnello degli Alpini combattente nelle due guerre.
Presiedette il Rettorato, in qualità di Vice preside, dal 1929 al 1931.

Necrologio in "Bollettino della Società storica valtellinese" n. 34 -1981 (p.167)

MORELLI Gerolamo, Teglio 16.12.1869 - Camogli 8.6.1956, medico, cavaliere della Corona d'Italia
Figlio del medico tellino Giuseppe Morelli e di Giuseppina Reghenzani, era fratello di Eugenio, il noto tisiologo, deputato e senatore del Regno, fondatore del Forlanini di Roma e del Villaggio Sanatoriale di Sondalo che da lui prende nome. Era anche cognato dell'astronomo Michele Rajna, direttore della specola di Bologna e fratello del grande filologo Pio (al quale è intitolata la Biblioteca Civica di Sondrio); del chirurgo Piero Foianini, al cui nome è intitolato il reparto Chirurgia dell'Ospedale Civile di Sondrio e che fu anche comandante partigiano; del tisiologo Virginio Zubiani, direttore della casa di Cura l'Alpina di Prasomaso e fratello di Ausonio, il fondatore del Primo Sanatorio Italiano di Sondalo.
Medico a sua volta esercitò la professione a Sondrio dove tenne per diversi anni ambulatorio in piazzetta Angelo Custode nella casa della moglie Emma Longoni, dalla quale ebbe una figlia, Elisa, che sposò il medico Spartaco Gunella, podestà di Sondrio dal 1929 al 1933.
Gerolamo Morelli fu podestà di Teglio dal 1927 al 1931, assessore comunale a Sondrio e, infine, preside della Provincia dal 1931 al 1933. ( Emma era sorella della nonna dell'ing. Eugenio Del Felice).

BOSATTA Emilio (si veda la scheda relativa al precedente mandato)
Nel 1933 venne chiamato a succedere al dottor Morelli alla guida del Rettorato provinciale il comm. Bosatta che già aveva presieduto la Commissione reale per l'amministrazione straordinaria della Provincia dal 1926 al 1929. Nuovamente a capo dell'Amministrazione provinciale il dottor Bosatta seguì con interesse e passione la costruzione del nuovo palazzo del Governo e della Provincia progettato dall'architetto Giovanni Muzio e inaugurato nel 1936. Schivo e assai rigoroso non volle essere ritratto in una delle sei pitture murali che ornano il salone del Consiglio Provinciale, ma accettò di buon grado che il pittore Gianfilippo Usellini vi ritraesse sua moglie donna Marcella in costume festivo grosino.
Fu preside della Provincia dal 1933 al 1937.

Sertoli Salis Renzo, Valtellina fra mito e storia, Bissoni, Sondrio 1969, p.61

CREDARO Bruno, Sondrio 2.9.1893 - 28.5.1969, dottore in lettere e filosofia, provveditore agli studi, cavaliere ufficiale della Corona d'Italia, commendatore dell'O.M.R.I.
Allievo del Collegio Ghislieri di Pavia si laurea in Filosofia, con pieni voti assoluti, nel 1920. Docente di filosofia e pedagogia nell'Istituto Magistrale "Lena Perpenti" di Sondrio dal 1920 al 1933 ne assume in quell'anno la presidenza che terrà fino alla nomina a provveditore agli studi nel febbraio del 1943. Lascerà il posto nel 1962 per collocamento a riposo.
Scrittore di memorie e di storia locale ha pubblicato una serie di monografie sui principali centri della valle e sulla montagna.
Era nipote del senatore Luigi e nel 1928 aveva sposato la sondriese Elena Samaden.
Ricoprì numerosi incarichi: segretario della Società storica valtellinese (1931-33), direttore della Biblioteca civica "Pio Raina" di Sondrio (1937-42), presidente dell'Ente provinciale del turismo (1938-49), presidente della Pro Mutis (1941), podestà di Sondrio (1941-42), presidente della sezione valtellinese del CAI (1947-67), delegato provinciale del CONI (1952-68), consigliere della Società storica valtellinese (1953-56), console del T.C.I. (1965-67).
Fu preside della Provincia dal 1938 al 1941.

Un maestro in Valtellina. Il mondo di Bruno Credaro, a cura di Arturo Colombo, Atti del convegno tenuto a Sondrio sabato 28 ottobre 1993, Società Storica valtellinese, Sondrio 1994, pp. 174

MARTINOLA Ugo, Roma 30.5.1890 - Sondrio 12.10.1957, ingegnere, commendatore della Corona d'Italia.
Nasce a Roma da padre novarese e da madre valtellinese che alla morte del marito torna a Sondrio, presso la sua famiglia, quando Ugo ha solo 12 anni. Nel capoluogo valtellinese frequenta l'Istituto Tecnico e quindi, con una borsa di studo, il Politecnico di Torino dove si laurea in ingegneria. Prende parte alla guerra 1915-18 come ufficiale di artiglieria di montagna, viene ferito e decorato di medaglia d'argento al V.M.
Intraprende la libera professione che lo porta a progettare negli anni un gran numero di costruzioni in uno stile inconfondibile che caratterizza gli edifici civili sondriesi del Novecento.
Fu comandante dell'80° corpo dei Vigili del Fuoco, presidente dell'Ordine degli ingegneri, dell'Azienda Elettrica Municipale di Sondrio, della Commissione distrettuale delle imposte e della Banca Popolare di Sondrio dal 1940 alla morte.
Membro del rettorato provinciale dal 1923, viene chiamato a presiederlo dal 1942 al 1943.

ORSATTI Filippo, Sondrio 9.5.1885 - 28.11.1972, ingegnere, cavaliere della Corona d'Italia
Fu a capo del Comune di Sondrio dal 1913 al 1914 -in assenza del sindaco- in qualità di assessore anziano. Come professionista progettò diverse costruzioni, fra cui la centrale idroelettrica della società Vizzola (ora Enel) di Villa di Tirano e l'attuale Palazzo di giustizia, un tempo sede dell'Istituto Tecnico Commerciale "De Simoni", nella cui sezione per geometri insegnò con passione per molti anni. Fu un convinto propugnatore delle comunicazioni transorobiche e progettò un collegamento fra Sondrio e Bergamo, argomento che trattò in due articoli: La nuova strada Sondrio-Bergamo attraverso le Alpi Orobie, pubblicato su "Il popolo valtellinese" il 21.2.1934 e La nuova strada da Bergamo a Sondrio attraverso le Orobie, in "Valtellina e Valchiavenna" n.1 gennaio 1950 (p.5-7) e n.2, febbraio 1950 (p.9-12).
Fu preside della Provincia dal 1943 al 1944.

GIACCONI Bruno, Osimo (AN) 20.11.1889 - Sondrio 25.2.1957, tenente colonnello dei Bersaglieri, decorato al V.M.
Ufficiale di carriera, prese parte alla prima guerra mondiale e partecipò all'impresa di Fiume con Dannunzio, del quale fu stretto collaboratore durante la Reggenza del Carnaro. Dopo la guerra fu assegnato al Distretto Militare di Sondrio e conobbe la nobile sondriese Adriana Sertoli che sposò nel 1922. Successivamente prestò servizio a Brescia e a Cremona.
Fu preside della provincia dal 1944 al 1945.


Presidenti della Deputazione Provinciale dal 1945 al 1950

CACCIA DOMINIONI Ambrogio, Milano 10.12.1874 - Morbegno 16.9.1949, conte, avvocato, cavaliere della Corona d'Italia.
Di famiglia milanese di antica nobiltà si trasferì a Morbegno dopo il matrimonio con la contessa Maria Parravicini. Noto per la sua disponibilità, specialmente verso i poveri, godette di larga stima presso la popolazione di Morbegno. Candidato alle elezioni comunali nella lista cattolica fu eletto consigliere per la prima volta nel 1910. Nel 1912 sarà eletto sindaco, carica che manterrà per due quadrienni dal 1912 al 1920. Nel 1919 fu tra i promotori della sezione provinciale del partito Popolare. Fratello del cardinale Camillo Caccia Dominioni, stretto collaboratore di Pio XI, ricoprì importanti incarichi in ambito cattolico: fu presidente della Giunta diocesana di Milano, consigliere del Banco Ambrosiano e presidente della Società Cattolica di Assicurazione.
Attivo nella gestione di importanti aziende agricole e industriali nel Milanese e nel Cremonese, fu presidente della Latteria Sociale Soresinese, considerata un esempio nel settore cooperativistico agricolo di produzione. A Morbegno fu amministratore e poi presidente dell'Ospedale, fondatore e presidente della Scuola Tecnica e, dal 1922 al 1946, amministratore dell'Orfanotrofio femminile.
Fu anche membro della Deputazione provinciale che venne chiamato a presiedere nel delicato periodo dal 1945 al 1946.

Necrologi in "Le vie del bene" ottobre 1949, pp. 4-9.

SCHENA Angelo, Bormio 12.4.1887 - Grosotto 9.6.1968, avvocato, commendatore dell'O.M.R.I.
Personalità di primo piano del movimento cattolico valtellinese fu promotore di cooperative e casse rurali e figura tra i fondatori della Banca Piccolo Credito Valtellinese della quale fu a lungo consigliere. Fu anche assiduo collaboratore del "Corriere della Valtellina". Nel 1919 fu eletto presidente del comitato promotore della sezione provinciale del Partito Popolare della quale era segretario quando il fascismo ne impose lo scioglimento. Nel 1926 i fascisti inclusero il suo nome nell'elenco di coloro che non sarebbero sopravvissuti se il duce fosse caduto vittima di un attentato. Attivo nella Resistenza, tenne i contatti con il movimento partigiano, favorì l'uscita della stampa clandestina e rappresentò la Democrazia Cristiana nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN).
Nel dopoguerra fu membro del Comitato provinciale della Democrazia Cristiana, consigliere dell'Ospedale Civile e dell'Ente Provinciale per il Turismo. Per anni, fu anche presidente della Società Bagni di Bormio.
Presiedette la Deputazione dal 1947 alla elezione del primo Consiglio provinciale dopo il ritorno della democrazia (1950).

È morto l'avv. Angelo Schena, in "Corriere della Valtellina" 15.6.1968


Presidenti del Consiglio e della Giunta Provinciali dal 1951

MELAZZINI Michele, Sondrio 9.10.1900 - 7.5.1981, ragioniere, grande ufficiale dell'O.M.R.I., presidente dal 1951 al 1964
Nel 1926 i fascisti inclusero il suo nome nell'elenco degli antifascisti che non sarebbero sopravvissuti nel caso il duce fosse caduto vittima di un attentato.
Condirettore e quindi direttore generale della Banca Piccolo Credito Valtellinese.
Segretario provinciale della Democrazia Cristiana e per diversi anni Direttore politico del "Corriere della Valtellina".

SCHENA Arturo, Sondrio 18.5.1917 - 18.8.1990, laureato i giurisprudenza all'Università Cattolica del Sacro Cuore, avvocato libero professionista, grande ufficiale dell'O.M.R.I.
Consigliere comunale di Sondrio dal 1946 al 1953 e sindaco per dodici anni dal 1953 al 1965. Presidente del Consiglio di Amministrazione della Banca Piccolo Credito Valtellinese dal 1969 al 1989, presidente onorario dal 1989 alla morte.
Presidente della Provincia dal 1965 al 1970.

SCARAMELLINI Giorgio, Chiavenna 2.4.1937, insegnante, direttore didattico, commendatore dell'O.M.R.I.
Consigliere dal 1963 al 1964, vicepresidente e assessore alla cultura dal 1964 al 1970, presidente dal 1970 al 1975. Successivamente presidente della Sezione provinciale del Comitato Regionale di Controllo degli atti dei Comuni e Segretario provinciale della Democrazia Cristiana.

DASSOGNO Luigi, Berbenno 6.3.1913 - Sondrio 6.8.1995, geometra, grande ufficiale dell'OMRI, presidente della Provincia dal 1975 al 1980
Segretario comunale in vari paesi della media Valtellina, combattente nella seconda guerra mondiale con grado di tenente del Genio, prigioniero in Germania.
Presidente del Consorzio agrario provinciale, Presidente dell'unione provinciale dei segretari comunali, Consigliere provinciale dal 1957, assessore suppl. 1960-1964, delegato dal 1965 al 1970, vicepresidente dal 1970 al 1975, presidente dal 1975 al 1980.
Presidente della Sezione provinciale del Comitato regionale di controllo sugli atti dei comuni dal 1980 al 1985.

MARCHINI Roberto, Valbondione (BG) 15.9.1940, laureato in ingegneria, insegnante, libero professionista, assessore provinciale all'istruzione e cultura (1970-75) sindaco di Morbegno dal 1975 al 1980, presidente della Provincia dal 1980 al 1990.

BOTTÀ Tito, Cosio Valtellino 22.10.1943 - 14.02.2015, laureato in economia e commercio all' Università Bocconi, segretario comunale, sindaco di Morbegno dal 1980 al 1990, presidente dal 1990 al 1993.

PASINA Sergio, Talamona 7.1.1940, ragioniere, consulente del lavoro libero professionista, sindaco di Talamona , presidente dal 1993 al 1995
Inaugura il monumento agli emigranti.

DIOLI Enrico, Sondrio 2.2.1948, perito industriale, sindacalista presso l'ufficio studi della C.I.S.L. regionale. Primo presidente con elezione popolare diretta, presidente dal 1995 al 1999.

TARABINI Eugenio, Morbegno 2.05.1930 - Sondrio 25.08.2018, laureato in giurisprudenza all'Università Cattolica del Sacro Cuore, avvocato libero professionista, consigliere comunale di Morbegno, capogruppo nel Consiglio comunale di Sondrio e nel Consiglio provinciale, deputato al Parlamento nel 1968, confermato nel 1972, senatore della Repubblica nel 1976 confermato nel 1979 e nel 1983, nuovamente deputato al Parlamento nel 1987 e nel 1992.
É stato sottosegretario al Tesoro nel quarto governo Andreotti, nel governo Cossiga, nel primo e secondo governo Spadolini, nel sesto governo Fanfani e nel settimo governo Andreotti.
Eletto presidente della Provincia nel 1999.

PROVERA FIORELLO

SERTORI MASSIMO

DELLA BITTA LUCA

MORETTI ELIO