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Introduzione
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I CORSI D'ACQUA:
LIRO

l torrente Liro nasce dal Passo dello Spluga e dopo un percorso di circa 34 Km nella Valle di S. Giacomo, sfocia nel torrente Mera all’altezza di Chiavenna.

Il Liro, dopo aver formato il lago Azzurro, presenta una buona funzionalità ambientale sostenuta da una struttura ecosistemica piuttosto semplice, ma tipica degli ambienti in alta quota che sono naturalmente più fragili rispetto ad altri. Ad esempio, la vegetazione della zona riparia è di tipo erbaceo ed è, quindi, una vegetazione meno efficiente nel consolidare le rive del corso d’acqua.

Poco dopo, il torrente incontra lo sbarramento di Montespluga che l'Enel utilizza per raccogliere tutte le acque dell'alta valle Spluga in un ampio invaso artificiale. La funzionalità dei tratti immediatamente a monte e a valle di questo invaso è piuttosto compromessa per motivi diversi: a monte, la presenza di un’area urbanizzata, associata ad interventi artificiali, interrompe ed altera profondamente il corridoio fluviale del Liro, a valle del bacino il corso d'acqua è completamente asciutto per circa un chilometro e mezzo.

Dopo questo tratto, il Liro prosegue nel suo percorso, fino a monte della centrale di Isola (LIR28, LIR27, LIR26 e LIR25), caratterizzato da una buona funzionalità ambientale. La fascia riparia prevalentemente arbustiva non è molto ampia, tuttavia il territorio circostante, coperto da prati e boschi, lascia prevedere un apporto minimo di sostanze inquinanti al corso d'acqua. A tratti le pareti rocciose interrompono la fascia perifluviale e così pure una cascata di circa 20 m; questo fatto si verifica particolarmente nella sezione LIR26 dove il Liro scorre in una gola molto scavata. Le caratteristiche strutturali ed idrauliche di questo tratto si mantengono complessivamente buone.

Proseguendo verso valle si giunge in prossimità del Lago di Isola, dove il Liro modifica drasticamente le sue caratteristiche. In alcune sezioni la differenza di funzionalità tra le sponde è dovuta al fatto che in destra idrografica il territorio circostante è maggiormente antropizzato (anche per la presenza della centrale idroelettrica) e la zona riparia risulta completamente artificiale. Nella sezione in corrispondenza dell'abitato di Isola entrambe le sponde sono state rilevate in III classe di qualità: tale alterazione dell’ecosistema fluviale è da imputarsi all’area urbanizzata che costringe il corso d’acqua tra rive artificiali dove ecotoni ripari e biodiversità sono completamente assenti.

Nella seguente sezione LIR22, che comprende il bacino artificiale di Isola, l’ecosistema fluviale modifica le proprie caratteristiche passando da ambiente di acque correnti ad ambiente di acque a lento decorso. Questo fatto incide in particolare sulle caratteristiche strutturali dell’alveo, dove le strutture di ritenzione degli apporti trofici risultano inefficienti, la sezione dell’alveo è artificiale, il substrato soffice ed uniforme e la totale assenza di raschi non consentono la colonizzazione alle biocenosi tipiche dei torrenti. E’ interessante notare come questo scenario abbia pesanti ripercussioni sulla qualità biologica delle acque che, proprio a partire da queste sezioni, mostra alcuni segni di inquinamento (II Classe di Qualità I.B.E.).

A valle della diga di Isola il Liro scorre intubato per circa 40 m dopo i quali riemerge in superficie in un ambiente di buona funzionalità che si mantiene tale fino a monte dell’abitato di Quetta. La qualità delle biocenosi acquatiche non mostra comunque segni di ripresa a dimostrazione del fatto che gli stravolgimenti che questo ecosistema subisce nel tratto più a monte mostrano i loro effetti negativi per una porzione di bacino ben più ampia.

Proseguendo verso valle, dalla sezione LIR18 fino alla LIR8, il Liro mostra una qualità ambientale che si colloca mediamente in III classe di qualità RCE-2 con punteggi piuttosto bassi per tutte le caratteristiche analizzate.

In molti tratti il torrente scorre tra rive artificiali in un percorso raddrizzato in cui l’ambiente acquatico appare completamente scollato dal territorio circostante.

In alcune sezioni la poca acqua presente al momento dei rilievi (prima quindicina di dicembre) è in buona parte ghiacciata, mentre in altre (per un tratto di circa 1500 m) l’alveo è completamente asciutto. La zona riparia è stretta e il territorio circostante è caratterizzato da aree urbanizzate ed interventi artificiali di contenimento delle sponde. L'ecosistema del Liro, in questo tratto, è alterato a tal punto nei suoi elementi principali che risulta improprio persino definirlo ecosistema fluviale, poiché vengono meno proprio quelle componenti, tra cui l’acqua, fondamentali a tale definizione. In tutte queste sezioni il Liro presenta, ovviamente, punteggi molto bassi per tutte le caratteristiche analizzate; infatti, pur essendo il territorio circostante in condizioni di buona naturalità, la zona riparia è estremamente ridotta o artificiale. L’ambiente acquatico è di tipo lentico, poiché si forma il bacino di Prestone, con totale alterazione delle caratteristiche strutturali dell’alveo.

Estremamente significativo è stato quanto riscontrato nelle sezioni a valle dello sbarramento di Prestone e fino a monte di Cimaganda, dove si è osservato un denso tappeto algale che ricopriva il fondo dell’alveo, segno di uno stato di notevole eutrofia. Questo fenomeno è probabilmente una causa indiretta della presenza dello sbarramento artificiale: infatti, i bacini presenti sul torrente Liro non sbarrano solo l’acqua, ma anche tutti gli scarichi che entrano nelle acque di questo bacino. Ne consegue che gli invasi, che di per sé sono ambienti molto meno efficienti nel processo di autodepurazione rispetto ad un torrente, diventano dei serbatoi in cui i nutrienti si accumulano. Quando vengono effettuati i rilasci di acqua in alveo, essa trasporta anche ingenti quantità di nutrienti che possono determinare periodiche fioriture algali, favorite oltremodo dalla scarsità di acqua che scorre in questo torrente e dalle condizioni strutturali alterate in cui il Liro si trova.

Il tratto successivo che giunge fino a Lirone, mostra alcuni segni di ripresa più marcati in sponda destra dovuti soprattutto ad una maggiore integrità della fascia riparia. Il substrato formato da massi e ciottoli favorisce una discreta turbolenza con buona riossigenazione dell’acqua. Scompare infatti, rispetto alla sezione precedente, il tappeto algale.

Nel percorso fino alla località Scandolera, il t. Liro mostra un buon recupero della qualità ambientale e si colloca per lo più in I classe di qualità RCE-2. La zona riparia è ampia e integra con una vegetazione arborea ben diversificata e rive consolidate. La presenza di massi su un fondo irregolare e stabile e la successione regolare di raschi e pozze favoriscono la ritenzione degli apporti trofici e conferiscono all’alveo una struttura tipica di un ambiente con efficienti meccanismi di autodepurazione. Questo tratto abbastanza lungo di buona qualità ambientale esercita un’influenza positiva sulle biocenosi acquatiche che, infatti, già a valle di S. Giacomo recuperano in diversità e mostrano la presenza di organismi sensibili all’inquinamento. A ciò contribuisce anche il fatto che, da S. Giacomo in poi, il Liro recupera anche in stabilità idraulica e in questo tratto le portate risultano più costanti rispetto ai tratti a monte. Solo un tratto in sponda sinistra, in corrispondenza dell’abitato di S. Giacomo Filippo, (sezione LIR5) presenta una scarsa funzionalità le cui cause possono essere ricercate nell'area circostante urbanizzata, nella fascia riparia piuttosto stretta e nella presenza di alcune pareti rocciose che ne interrompono la continuità.

Nell'ultima parte del percorso verso la foce, il torrente scorre per lo più in mezzo a coltivi costeggiato da una fascia riparia stretta e costituita da vegetazione arbustiva pioniera; inoltre, la presenza di una successione di briglie, distanti tra loro circa 50-100 m ed alte un metro, altera la naturalità della sezione di alveo bagnato e contribuisce alla formazione di depositi limosi che rappresentano una trappola temporanea di nutrienti che possono essere rilasciati in occasione di repentini aumenti di portata.

Poco prima dell’immissione nel fiume Adda (sezione LIR1), il Liro recupera discretamente in termini di qualità strutturale e quindi in funzionalità: la fascia riparia si amplia, si arricchisce in essenze arboree, e risulta più continua nel suo sviluppo, favorendo il funzionamento del corridoio fluviale.

Nel complesso, la diagnosi ambientale che può essere fatta sul torrente Liro, sulla base dei rilievi e delle informazioni raccolte, descrive un ecosistema notevolmente alterato nelle sue linee fondamentali (vedi i grafici). Ad es., il continuo passaggio da ambiente di acque correnti ad ambiente di acque lentiche è un ostacolo per la continuità delle componenti di questo sistema ambientale; il corso d’acqua non riesce ad esercitare la funzione autodepurante, poichè le biocenosi sono soggette a continue variazioni dell’habitat con conseguente stress dell’intera comunità, il corridoio fluviale diventa poco ospitale per le comunità animali e poco funzionale come corridoio ecologico, il paesaggio fluviale è frequentemente degradato dalla presenza di interventi che ne deteriorano la qualità estetica.

Nell’ecosistema del Liro occorre, con sollecitudine, modificare l’approccio anche culturale di gestione del territorio, affinchè questo ambiente possa sperare in un ripristino delle sue caratteristiche naturali.