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Significato dell’indice RCE-2

 

L'indice RCE-2 è definito da quattro gruppi di domande relative alle diverse caratteristiche che contribuiscono a definire lo stato di naturalità di un corso d’acqua e le sue potenzialità di "difesa e reazione" nei confronti dell’antropizzazione del territorio.

Un primo gruppo di quattro domande riguarda le condizioni vegetazionali delle rive e del territorio circostante ed è volto a valutare l’influenza di tali tipologie (legate all’uso del territorio) sulla qualità complessiva dell’ambiente fluviale.

Il tipo di copertura vegetale, conseguente all’utilizzo del territorio, condiziona il flusso di nutrienti e di inquinanti che, dilavati dai versanti, raggiungono il corso d’acqua.
Le fasce di vegetazione riparia e le zone umide perifluviali sono importanti ecotoni tra l’ambiente fluviale e quello terrestre. Essi forniscono habitat unici con elevata diversità e produttività biologica, oltre a costituire aree di riproduzione e di svezzamento per l’ittiofauna, rifugio alla fauna selvatica terrestre, corridoi preferenziali di sosta e transito per molte specie animali, soprattutto per gli uccelli migratori.
Questi ecotoni regolano le dinamiche tra l’ambiente acquatico e quello terrestre, apportando inoltre materia organica ai sistemi acquatici e fungendo contemporaneamente da filtro per i solidi ed i nutrienti provenienti dal territorio. Immagazzinando temporaneamente le acque di piena, svolgono anche il ruolo di regolatori naturali dei deflussi.
Le fasce di vegetazione riparia e le zone umide perifluviali svolgono un ruolo anche nella regolazione e stabilizzazione del clima, regolando l’illuminazione e la temperatura, ed hanno una elevata qualità paesaggistica.

Le domande 5 e 6 forniscono informazioni sulle caratteristiche idrauliche e sull’entità delle loro variazioni naturali o artificiali.

Le frequenti e notevoli variazioni di portata che caratterizzano i corsi d’acqua a regime torrentizio inducono notevoli variazioni morfologiche, dovute prevalentemente alla capacità erosiva delle acque di piena che incidono il fondo dell’alveo ed erodono le rive, soprattutto nei tratti non protetti dalla vegetazione.
Variazioni periodiche di portata, naturali o artificiali, possono esporre al prosciugamento porzioni più o meno ampie di alveo, riducendo la superficie bagnata disponibile per i popolamenti biologici e quindi la capacità autodepurativa di un corso d’acqua. Una secca prolungata in un ampio tratto fluviale induce inoltre modificazioni fisiche al substrato che, rimanendo asciutto per molto tempo, tende a formare una crosta impermeabile che rallenta gli scambi con la falda acquifera ed aumenta la velocità di deflusso.

Altre domande (7, 8, 9, 10, 11) valutano le caratteristiche strutturali dell’alveo bagnato connesse alla capacità autodepurante del corso d’acqua.

La presenza di strutture di ritenzione del materiale grossolano veicolato dall’acqua, quale si ha in presenza di rive vegetate da essenze arboree o di elementi morfologici quali salti, pozze, massi od altro, fa sì che il sistema risulti conservativo e che quindi tenda a trasformare al suo interno la sostanza organica.
Ad una elevata diversità ambientale è, infatti, legata una elevata diversità biologica e quindi una migliore qualità ambientale complessiva; infatti, quanto maggiore è la varietà delle comunità viventi che concorrono alla trasformazione della sostanza organica, ovvero all’autodepurazione, tanto maggiore è la stabilità del sistema.
Le rive stabilizzate da formazioni arboree sono meno soggette ad erosione; la presenza di vegetazione riparia arricchisce inoltre il mosaico di habitat nel corso d’acqua ed influenza la morfologia dell’alveo.

Le ultime 3 domande riguardano i popolamenti acquatici animali e vegetali e la composizione del detrito presente nel corso d’acqua.

Quantità e tipo di detrito sono indicatori dell’equilibrio funzionale tra tipo di corso d’acqua, carico organico e attività di trasformazione della materia; il tipo di detrito condiziona inoltre la struttura della componente biotica dell’ecosistema.
La caratterizzazione, seppure grossolana, della vegetazione acquatica e dei popolamenti macrobentonici fornisce ulteriori indicazioni sulla funzionalità del corso d’acqua, soprattutto in rapporto alle capacità di smaltimento del carico organico e di nutrienti.

La scheda RCE-2