Dizionario biografico di Battista Leoni
- Albuzio Gerolamo
- Nacque a Morbegno e visse tra il XVI e il XVII secolo. Fu filosofo, teologo e negromante, noto per la sua opera "Discorso contro l'uso del duello e della esecuzione civile", edita a Bergamo nel 1609. Scrisse anche una specie di storia universale che si restringe alle due Rezie e alla Valtellina.
- Andres Angelo
- Nacque a Tirano il 24 marzo 1851. Si laureo in storia naturale a Pavia e si perfeziono a Lipsia, Londra e Parigi. A Modena tenne la cattedra di zoologia e anatomia comparata. Fu direttore del Museo civico di storia naturale di Milano. Nel 1899 passo all'Università di Parma, ove insegnò per 27 anni. In quella città riordinò il materiale africano del Museo Bottego. Lasciò numerosi scritti scientifici, tra cui "La zoologia dalle origini a Darwin", Milano, 1899. Studiò a fondo anche le acque termali di Bormio. Morì a Milano il 16 luglio 1934.
- Antoniani Claudio
- Nacque a Gordona il 21 luglio 1899.Frequento le scuole medie e l'Istituto tecnico per geometri a Sondrio. Diplomatosi, nel 1918 partì per il fronte, come alpino. A guerra ultimata, si iscrisse alla facoltà di agraria di Milano, laureandosi nel 1922. Due anni dopo divenne assistente e nel 1927 conseguì la libera docenza. Trascorse quindi un periodo di perfezionamento all'estero; nel 1937 fu chiamato all'Università di Camerino e l'anno successivo a quella di Perugia, ove gli fu affidata la cattedra di industrie agrarie. Nel 1944 passò a Milano con lo stesso incarico e nel '57 assunse la direzione dell'Istituto di chimica agraria. Già nel 1944 aveva creato la Stazione sperimentale del freddo, facendo di essa il primo istituto italiano per le ricerche tecnologiche e pratiche sull'uso delle basse temperature. Suo interesse dominante fu, tuttavia, quello di mettere la scienza al servizio della montagna e a tale scopo nel 1950, con alcuni tecnici, creò la Fondazione per i problemi montani dell'arco alpino, per la quale si prodigò generosamente. L'attività di essa si svolse in molte zone alpine, ma specialmente in Valtellina. Morì a Colico il 20 ottobre 1968.
- Anzi Martino
- Nacque a Bormio il 31 gennaio 1812. Fu ordinato sacerdote nel 1835 a Como, ove insegnò teologia, storia ecclesiastica e scienze naturali. Fu pioniere dell'alpinismo valtellinese, patriota e illustre botanico. Studiò in modo particolare i licheni, i muschi le alghe di acqua dolce. È considerato uno dei più importanti cultori di crittogamologia d'Italia. Le sue preziose collezioni di crittogame sono conservate nell'Istituto botanico di Torino. Morì a Como il 19 aprile 1883.
- Balgera Bartolomeo
- Nacque a Chiuro e visse tra il XIX e il XX secolo. Di umili origini, fu falegname, meccanico, inventore di vari apparecchi meccanici. Fu apprezzato in Italia e all'estero per certi mosaici in vetro, di sua invenzione, che gli meritarono d'essere iscritto nell'Accademia degli inventori di Parigi. Fu lodato dal Papa Leone XIII. Eseguì delle vetrate per le chiese di Grosio, Lovero, Tresivio, Sondalo e Bormio.
- Bardea Ignazio
- Nipote dello storico P. Angelo Lavizzari, nacque a Bormio il 9 ottobre 1736. Studiò a Como nel collegio Gallio, filosofia a Brescia e all'Università di lnnsbruck. Si laureò in legge nel 1758 a Bologna. Dal 1763 al 1774 fu parroco di Valfurva ove scrisse la sua opera principale " Memorie per servire alla storia ecclesiastica del Contado di Bormio " Riprese a viaggiare e fu a Bologna, a Venezia e a Brescia ove si stabili. Nel 1786 rientro a Bormio, essendo stato nominato arciprete. Qui attese alla più parte delle sue opere di carattere storico, economico, sociale. Morì a Bormio il 15 novembre 1815.
- Bassi Ercole
- Nacque a Delebio il 15 luglio 1851. Si laureò in giurisprudenza all'Università di Pavia e salì via via i gradi di una brillante carriera giudiziaria. Nel 1922 fu collocato a riposo quale procuratore generate di Cassazione. Fu uno fra i primi assertori dell'idea cooperativistica intesa quale strumento di elevazione e progresso sociale. Fu grande amico del premio Nobel per la pace Teodoro Moneta. Lasciò una ventina di opere a sfondo sociale, economico, artistico, delle quali alcune di carattere prettamente valtellinese; fra queste, pregevole, il volume "La Valtellina - Guida illustrata" che ebbe 5 edizioni. Morì a Milano il 19 dicembre 1930. Nella compilazione della "Guida" gli fu accanto il figlio Ing. Camillo (1887- 1951), come il padre benemerito per la conoscenza e la salvaguardia del patrimonio artistico valtellinese, che illustrò in numerose monografie. È particolarmente meritevole per lo studio assiduo dei pittori Ligari di Sondrio.
- Bertacchi Giovanni
- Nacque a Chiavenna il 9 febbraio 1869, da modesta famiglia e, giovanissimo, rimase orfano di padre. Studiò a Chiavenna, nel collegio Gallio di Como e nell'Accademia scientifico-letteraria di Milano, laureandosi in lettere nel 1892. Lo stesso anno si aggiudicò il premio Lattes. Insegnò nei licei Parini e Manzoni di Milano e nel 1916 fu chiamato alla cattedra di letteratura italiana all'Università di Padova. Da giovane subì il fascino della poesia del Berchet, del Leopardi e del Carducci; con lo pseudonimo "Ovidius", pubblicò alcune poesie che intitolò semplicemente "Versi". Pubblicò poi numerose raccolte poetiche che apparvero tra il 1895 e il 1929: "II canzoniere delle Alpi ", ove rifulgono le sue più genuine qualità, "Poemetti lirici", "Liriche umane ", "Le malie del passato ", "Alle sorgenti", "A fior di silenzio", "Riflessi e orizzonti", "II perenne domani". Numerose sono pure le opere in prosa, delle quali ricordiamo in particolare: "Marmi, vessilli ed eroi" e "Ore dantesche".Memore delle sue origini e conscio della povertà della sua gente, della miseria annidata nelle grandi città e ribelle alle ingiustizie sociali, si accostò al socialismo. Nel 1898, dopo i moti di Milano, fu costretto a rifugiarsi per qualche tempo in Val Bregaglia (Svizzera). Allorché gli fu chiesta una dichiarazione di lealtà verso il fascismo, preferì dimettersi dall'insegnamento (1938), isolandosi sempre più. Morì a Milano il 24 novembre 1942.
- Besta Bartolomeo
- Nacque a Teglio il 6 giugno 1820. Studiò all'Università di Pavia, laureandosi in medicina nel 1855. Ottenne la condotta medica della Valmalenco ove rimase cinque anni. Si stabilì poi a Teglio, trasferendosi quindi a Sondrio nel 1875, ove fu medico igienista e sociologo molto apprezzato. Contribuì alla fondazione del Consorzio agrario, della Società enologica valtellinese e di alcune cooperative di consumo. Studiò a fondo la pellagra che infieriva ai suoi tempi e sostenne la necessità della vaccinazione contro il vaiolo. Lasciò importanti pubblicazioni tra cui "Sulla condotta di Valmalenco", del 1861, e "Sulla ValtellinaStudio geografico-medico", del 1864. Morì a Teglio il 10 marzo 1912.
- Besta Carlo
- Nacque a Sondrio il 17 aprile 1876. Fu professore di clinica delle malattie nervose e mentali a Messina e a Milano. Dotato di profondo intuito clinico unito a una grande dottrina, sentì profondamente la necessità sociale di alleviare le sofferenze umane, specialmente quelle di tanti feriti al cranio durante la prima guerra mondiale, per curare i quali costituì I'Ospedale neurochirurgico della Guastalla (Milano). Morì a Milano il 26 dicembre 1940.
- Besta Enrico
- Nacque a Tresivio il 30 giugno 1874. Studiò storia del diritto italiano all'Università di Padova e a 24 anni vinse la cattedra di questa disciplina dell'Università di Sassari. Svolse poi la sua attività di docente in varie sedi italiane, raggiungendo la sede di Milano nel 1924. Fu uomo di preparazione eccezionale nelle scienze giuridiche, sociologiche ed economiche e le sue opere gli procurarono fama internazionale. Venezia, la Sardegna, Milano gli sono obbligate di alcune delle più belle pagine della loro storia e con esse la Valtellina. A soli tredici anni trascriveva già documenti valtellinesi e dedicò alla sua terra non poche delle sue ore di lavoro, specie nei periodi estivi. Delle sue opere relative alla Valtellina ricordiamo soprattutto "Le valli dell'Adda e della Mera nel corso dei secoli", "Bormio antica e medioevale" e "I Capitanei sondriesi". Morì a Milano il 12 luglio 1952.
- Besta Fabio
- Nacque a Teglio il 17 gennaio 1845. Iniziò la carriera didattica come maestro elementare a Teglio; poi, dal 1871, insegnò nelle scuole tecniche di Sondrio. Un suo opuscolo relativo alla "partita doppia", stampato a Sondrio nel 1870, fu ritenuto tanto importante per I'apporto originale che dava alla pratica amministrativa, che gli valse la nomina, nel 1872, al- la cattedra di ragioneria di Ca' Foscari a Venezia, da lui tenuta sino al 1920. Della sua vasta cultura sono espressione numerose opere fra cui, fondamentali, i tre volumi di "Ragioneria generale" (Milano 1909- 1922). Nel 1866 aveva partecipato alla difesa dello Stelvio. Fu uno dei fondatori della sezione valtellinese del C.A.I.; nel 1884 attese alla riedizione della "Guida alla Valtellina". Morì a Tresivio il 3 ottobre 1922.
- Besta Giuseppe Napoleone
- Nacque a Teglio il 2 agosto 1840. Fu il più dotato dei poeti romantici valtellinesi. Coltivò la memoria del poeta tellino Reghenzani di cui tradusse, nel 1871, un'elegia. Compose due poemi in versi sciolti intitolati "Le quattro stagioni in Valtellina" e "La ValtelIina - Canti", e scrisse in prosa dei racconti, di piacevole lettura, intitolati "Bozzetti valtellinesi". Morì a Tirano il 16 marzo 1879.
- Bona Lombarda
- Nacque a Sacco, in valle del Bitto, verso il 1417, forse da famiglia della piccola nobiltà locale. Secondo Cesare Cantù, rimasta orfana giovanissima, visse in casa dello zio curato di Sacco. È sicuramente la figura femminile valtelIinese intorno alla quale si sbizzarrì maggiormente la fantasia popolare e dei poeti romantici della Valle, tanto che non è facile separare i dati storici da quelli fantastici nelle biografie e nei componimenti poetici che la riguardano. Pare che, dopo la sconfitta dei Veneziani a Delebio (1432), il capitano Pietro Brunoro, al servizio dei Visconti, forse inseguendo i fuggiaschi, risalisse la valle del Bitto sino a Sacco, ove conobbe e forse sposò Bona, che lo seguì fedelmente in tutti i paesi ove si recò, rimanendogli vicina anche durante le imprese belliche, finché egli cadde in battaglia contro i Turchi nel 1466. EIla morì due anni dopo a Modone, sulla costa ionica della Grecia.
- Bonadei Carlo
- Nacque a Castione Andevenno nel 1822. Laureatosi a Pavia, insegnò scienze nei Licei di Lodi e Sondrio. Scrisse rime sentimentali e satiriche, alcune in dialetto sondriese. Suo modello esemplare fu il Giusti. Si interessò di botanica e piscicoltura e tracciò uno "Schizzo geognostico della Valtellina" per la "Guida alla Valtellina" edita dal C.A.I. nel 1873. La sua opera maggiore è intitolata "Questioni serie in versi seri, faceti, luttuosi in lingua e in dialetto" (1896). Morì a Sondrio il 19 agosto 1901.
- Bonfadini Romualdo
- Nacque ad Albosaggia il 17 settembre 1831. Studiò a Milano e fu in rapporti di amicizia con Giovanni Visconti Venosta col quale partecipò alle "Cinque Giornate". Si laureò in legge a Pavia ed esercitò l'avvocatura a Milano. Legato alla Valtellina, s'interessò attivamente di essa e si adoperò per risollevarne la vita sociale e l'agricoltura. Fondo I'"Almanacco agricolo valtellinese " e fu presidente della "Società agraria valtellinese". Nel '66 si arruolò coi garibaldini e fu alla difesa dello Stelvio. Deputato per la legislatura 1867-70, venne nominato senatore nel 1896. Ebbe numerosi incarichi governativi e collaborò, come giornalista, a diversi giornali e riviste del suo tempo. Come storico scrisse "Milano nei suoi momenti storici", "Mezzo secolo di patriottismo", "Vita di Francesco Arese" e un romanzo dal titolo "Povera Marta". Nel 1857 scrisse l'opuscolo "Alcuni cenni sulle condizioni e sui bisogni dell'agricoltura in Valtellina". Morì ad Albosaggia il 14 ottobre 1899.
- Botterini Benaducci Lorenzo
- Nacque a Sondrio il 18 aprile 1698. Sembra vivesse dapprima a Milano e poi a Vienna. Nel 1733 si recò nel Portogallo e quindi in Spagna. Fu persuaso da una nobildonna a recarsi nel Messico per amministrare, a nome di lei, notevoli beni. Si interessò di "Nostra Signora di Guadalupe" e compì numerose ricerche per documentarsi intorno a quel santuario e alla storia messicana. Accusato, pare ingiustamente, fu imprigionato e privato dei suoi beni. Nel 1744 si imbarcò per la Spagna, ma lungo il viaggio i corsari lo spogliarono dei documenti e dei tesori rimastigli. Rientrato in Spagna, scrisse l'importante opera intitolata "Idea de una nueva historia general de la America Septentrional...", edita a Madrid nel 1746. È considerato il fondatore della messicanologia. Morì nel 1749.
- Bruto Giacomo
- Nacque a Castello dell'Acqua, nel secolo XV. Nella sua opera "Corona aurea corruscantibus gemmis... " edita nel 1496 si definì "... ex Castello ab Acqua Clurii Vallistellinae artium et divinae philosophiae professor...". Ancor giovanetto viaggiò molto per l'Italia e fissò il suo domicilio a Correggio. Fu stimato dal famoso duca Borso d'Este che lo chiamò a corte per commentare "Le Vite" di Plutarco e Appiano Alessandrino. A Venezia insegnò poi, per due anni, la "Metafisica " di Aristotele e S. Tommaso d'Aquino.
- Buzzetti Pietro
- Nacque a Montespluga il 3 marzo 1862 da povera famiglia. Dopo gli studi elementari, per interessamento dello zio don Luigi Guanella, studiò a Torino presso i Salesiani, quindi nel seminario di Como. Fu ordinato sacerdote nel 1886. Iniziò il suo ministero a Campodolcino e passò poi a Montemezzo, a Rovellasca e infine a Carate, ove portò a compimento gran parte dei propri studi storico-religiosi sulla Diocesi di Como e in particolare sul Chiavennasco. Fu religioso e storico impegnato; ci ha lasciato oltre 200 scritti. Fra questi ricordiamo almeno le descrizioni delle chiese dei comuni del Chiavennasco, "Arte e artisti del Mandamento di Chiavenna" e "Documenti della Rezia chiavennasca anteriori al XIV secolo". Morì a Carate il 22 novembre 1928.
- Caimi Antonio
- Nacque a Sondrio il 6 aprile 1811. Studiò pittura nell'Accademia Carrara di Bergamo e in quella di Brera a Milano avendo come maestri Giuseppe Dotti e Luigi Sabatelli. Si recò poi a Firenze e a Roma per perfezionarsi. Dal 1840 al 1860 partecipò a molte esposizioni di pittura a Milano e a Torino. Dal 1863 fu segretario dell'Accademia di Brera, ove insegnò anche storia dell'arte. Ebbe inoltre numerose cariche importanti, tra cui quella di consigliere comunale di Milano. Molte delle sue opere sono custodite nelle chiese della Valtellina e precisamente a Castione, a Sondrio, a Villa di Tirano e a Tirano. Dipinse anche scene storiche, secondo l'uso del secolo scorso, e molti ritratti. Di particolare pregio la tela raffigurante "II battesimo di Cristo" nella collegiata di Sondrio e quella rappresentante "La fiera della Madonna di Tirano", in una raccolta privata. Fu pure musicista, scrittore di cose d'arte e d'archeologia. Morì a Milano il 5 gennaio 1878.
- Caimi Pietro
- Nacque a Sondrio, pare, nel 1797. Studiò diritto alle Università di Vienna e di Padova. Nel 1830 pubblicò, con I'anagramma "Amici Protei", alcuni drammi rappresentati in diversi teatri. Fu ispettore delle scuole valtellinesi e rivestì varie cariche pubbliche. Si ricordano soprattutto diversi suoi scritti in difesa della natura e in particolare dei boschi, una sua relazione intitolata "Sul censo in Valtellina" e altre di carattere economico-sociale. Morì a Sondrio il 2 dicembre 1867.
- Canclini Antonio
- Nacque a Bormio nel secolo XVI. Fu buon pittore, allievo forse di qualche artista bresciano. Sue opere certe sono una grande tela con "L'annunciazione a Maria Vergine" nella chiesa dell'Assunta di Morbegno, firmata e datata 1585, e un'altra raffigurante "L'assunzione della Vergine", firmata "Antoni Canclini Busis (burmiensis) pingb. - 1591", nella parrocchiale di Biolo.
- Carbonera Felice
- Nacque a Vervio il 9 ottobre 1819.Menomato nella parola e nell'udito, studiò dal 1832 al ‘37 nell'Istituto per sordomuti di Milano, poi fu educato privatamente alla parola, dal 1847 al '48, dal maestro Bianchi di detto istituto. Studiò contemporaneamente pittura e dipinse due tele nella preposturale di Tirano, una per I'oratorio di Tovo e altre ancora, giudicate pregevoli, oltre a numerosi ritratti. Tuttavia la sua attività principale consistette nell'educare i sordomuti di famiglie povere. Morì a Vervio il 13 febbraio 1881.
- Carini Antonio
- Nacque a Sondrio nel settembre del 1872. Frequentò l'Università di Pavia, ove fu allievo del Golgi, dedicandosi specialmente allo studio della biologia. Si laureò nel 1898, a pieni voti, in medicina e biologia. L'anno seguente venne assunto dall'Istituto vaccinogeno di Roma e nel 1906, su indicazione dell'istituto Pasteur di Parigi, fu chiamato a dirigere I'Istituto Pasteur di S. Paolo nel Brasile. Restò nel Sud America fino al 1946, facendo poi frequenti viaggi per contatti con scienziati e per partecipare a vari congressi internazionali. Ebbe il merito di individuare le cause di particolari malattie dei paesi sudamericani e di studiare i sieri per combatterle. Morendo, nel 1950, dispose per un cospicuo lascito a vari istituti di beneficenza di Sondrio.
- Castelvetro Lodovico
- Nacque a Modena nel 1505. Fu celebre letterato, noto anche per una acerba disputa letteraria con Annibal Caro. Accusato d'eresia, riparò a Chiavenna, allora sotto il dominio dei Grigioni, dove spiegò ai giovani Omero e la "Rettorica" di Erennio. Vagò poi per un decennio in vari paesi d'Europa, ma stanco e sfiduciato ritornò a Chiavenna, ove morì il 20 febbraio 1571. Venne sepolto nel giardino della famiglia Salis Soglio, la quale lo aveva ospitato.
- Cattaneo Bartolomeo
- Nacque a Grosio il 30 gennaio 1883.Appassionato di aeronautica, nel 1908 si recò in Francia, dove frequentò la scuola per piloti di Pau. Lo stesso anno ottenne il brevetto di pilota, il secondo, se non il primo, in Italia e il sesto nel mondo. Partecipò alla manifestazione aerea di Verona nel 1910, volando a 194 metri dal suolo alla velocità, allora strabiliante, di 73 chilometri orari. Da allora i suoi primati furono numerosi. Recatosi in America, rientrò poco prima dello scoppio della guerra mondiale 1915-18. Arruolatosi, partecipò alla prima ricognizione aerea della storia su cielo nemico. Dopo la guerra ritornò in America e morì a S. Paolo del Brasile nel 1949; aveva appena accettato di scrivere le sue memorie per un grande giornale.
- Cederna Antonio
- Nacque a Ponte il 3 giugno 1841. Studiò a Como e nel 1860 fu coi garibaldini da Gaeta al Volturno. Ricco di iniziative, si diede alla pratica commerciale e per perfezionarsi e approfondire le sue conoscenze viaggiò molto all'estero. Nel 1886 poté acquistare a Milano un'azienda cotoniera che seppe condurre alla floridezza, grazie soprattutto ai suoi buoni rapporti con le maestranze. Nel 1901 propugnò la creazione dell'Istituto di studi commerciali di Milano. Tra le sue molte iniziative si ricordano la rinascita dei Bagni di Bormio, l'appoggio alla costruzione della Ferrovia dell'Alta Valtellina, la costruzione di rifugi di montagna e la difesa della natura specialmente dei boschi e dei pascoli e la nascita in Valtellina dell'industria del forestiero. Fu presidente della sezione del C.A.I. di Milano e di quella valtellinese (1904), nonché alpinista appassionato e scrittore efficace. Morì a Ponte il 23 gennaio 1920.
- Cerletti Ugo
- Nacque il 26 settembre 1877 a Conegliano Veneto, dove il padre Gian Battista, chiavennasco (1826-1906), aveva fondato la rinomata scuola di viticoltura. Sin da bambino fu portato a Roma ove si laureò in medicina nel 1901. Passò poi a Torino, Parigi, Amburgo e Monaco per specializzarsi in neuropsichiatria. Nel 1925 insegnava all'Università di Bari, poi passò a quella di Genova e nel 1935 teneva cattedra a Roma. È rimasto famoso per la scoperta dell'elettroshock, che applicò per la prima volta nel 1928. Per i suoi meriti venne insignito di numerose onorificenze da Accademie italiane e straniere. Fu volontario nella guerra 1915-18 e per primo introdusse l'uso della mimetizzazione dei soldati sulle nevi. Morì a Roma il 25 luglio 1963.
- Chiaverini Guglielmo
- Nacque a Campodolcino, in Valle S. Giacomo, nel 1629. Fu ordinato sacerdote nel 1650 e destinato aiuto viceparroco nel suo paese. Ottenne la laurea in teologia e fu protonotario apostolico. Si occupò della storia della sua valle e pubblicò a Milano, nel 1670, una storia dell'apparizione della Beata Vergine di Gallivaggio. Ha lasciato una breve narrazione delle prerogative spirituali della Valle S. Giacomo. Si dilettò anche di poesia. Morì a Campodolcino I'8 giugno 1704.
- Ciampini Giovanni Giustino
- Nacque a Roma il 13 aprile 1633 da padre di Biolo. Si laureò a Roma in teologia, ma si applicò con successo nelle varie scienze, in matematica e coprì alte cariche ecclesiastiche. Formò una biblioteca e un museo con ogni sorta di antichità, assai ammirato ai suoi tempi. Scrisse numerose opere; una delle più note reca il titolo "De sacris aedificiis a Constantino Magno constructis Synopsis historica" (1693). Morì a Roma il 12 luglio 1698.
- Corti Alfredo
- Nacque a Tresivio il 24 luglio 1880. Dopo gli studi liceali compiuti a Sondrio, studiò a Pavia, dove si laureò in scienze naturali nel 1902. Iniziò la sua carriera scientifica a Parma nel 1903, sotto la guida del tiranese prof. Andres. Si trasferì poi all'istituto di anatomia comparata di Bologna, come aiuto del prof. Ercole Giacomini. Nel 1925 vinse la cattedra all'Università di Torino, ove insegnò sino al 1956 anatomia comparata, pubblicando nel contempo notevoli contributi scientifici. I suoi primi interessi furono rivolti alla botanica; nel 1898 pubblicò il suo primo lavoro scientifico sulle galle prodotte da insetti o altri organismi sulle piante; uno dei suoi ultimi scritti riguarda la stessa scienza ed è intitolato "Botanica valtellinese (Appunti e divagazioni)" di grande interesse anche per le molte notazioni personali che rispecchiano l'amore del Corti per la terra d'origine. Antifascista, gli fu imposto il confino in provincia di Salerno. Liberato nel 1943, dovette forzatamente riparare in Francia. Ritornò alla sua attività nel 1945. Fu anche grande alpinista, assiduo collaboratore del C.A.I. e direttore del Museo alpino di Torino. La sezione del C.A.I. valtellinese lo insignì di medaglia d'oro per i suoi alti meriti. Fu autore, con altri, di varie guide alpine, tra le quali quella della Val Grosina e delle Alpi Retiche Occidentali. Morì a Roma il 7 luglio 1973.
- Corvi Andrea
- Nacque a Villa di Tirano nel secolo XVIII. Si laureò in legge a Innsbruck e, ritornato in patria, esercitò brillantemente la professione di avvocato. Scrisse varie opere di carattere giuridico ed economico, una delle quali in polemica con Alberto De Simoni, intitolata "Dell'ingiustizia e pravità usuraria...". Nel 1791 fu cancelliere del Terziere superiore della Valtellina e nel 1792 fu inviato, con altri, a Milano a difendere i diritti della Valtellina, allora sotto il dominio dei Grigioni. Nel 1797 fu fra gli inviati a Napoleone per chiedere l'annessione della Valtellina alla Repubblica Cisalpina. Nel 1799, ritornati gli Austriaci in Lombardia, riparò ad Innsbruck. Tra il 1801 e il 1806, anno della sua morte, fu pretore di Tirano.
- Cotta Carlo
- Nacque a Morbegno il 14 dicembre 1809. Studiò medicina e chirurgia a Pavia, laureandosi negli anni 1832 e '33. Nel 1847 era docente di chirurgia all'Università di Padova. Durante la guerra del 1848 fece parte del governo provvisorio di Padova, per cui, tornati gli Austriaci, fu destituito dalla cattedra e perseguitato. Si stabilì a Milano, dove esercitò con successo la libera professione. Dopo la liberazione, nel 1859 fu nominato capo dell'Ospedale militare e ispettore superiore di sanità della Lombardia. Nel 1861 fu eletto deputato al Parlamento nazionale per il collegio di Sondrio ma, per ragioni legate al suo ufficio, non poté accettare la nomina. Scrisse numerose opere rimaste inedite e un'analisi delle acque del Masino. Morì a Milano il 10 luglio 1866.
- Credaro Bruno
- Nipote del senatore Luigi Credaro, nacque a Sondrio il 2 settembre 1893. Si laureò all'Università di Pavia nel 1920. Insegnò filosofia e pedagogia nell'istituto magistrale di Sondrio, del quale divenne preside. Fu quindi provveditore agli studi della provincia di Sondrio, fino al 1962. Suo massimo impegno fu quello di migliorare e potenziare la scuola e si batté per ottenere il prolungamento dell'istruzione obbligatoria. Si interessò vivamente a tutte le attività culturali ed economiche della provincia, ove rivestì cariche di alta responsabilità, oltre a quella di provveditore. Innamorato della sua Valle, la conobbe come pochi altri e cercò di farla conoscere e amare, tenendo conferenze, partecipando a convegni, scrivendo saggi, guide e libri di grande efficacia. Morì a Sondrio il 28 maggio 1966.
- Credaro Luigi
- Nacque a Sondrio il 15 gennaio 1860 da modesta famiglia di agricoltori. Si fece notare fin dai primi anni di scuola per la tenacia e la viva intelligenza. Si laureò all'Università di Pavia in filosofia nel 1885. Insegnò nei licei di Fano e di Sondrio. Nel 1889 si recò a Lipsia per perfezionarsi nello studio sotto la guida di illustri maestri, tra cui il Wundt. Tornato in patria, insegnò a Lucera e poi a Pavia, ove tenne la cattedra di storia della filosofia. Nel 1901, su proposta del Labriola, gli fu affidata la cattedra di pedagogia a Roma, ove insegnò sino al 1935. All'attività pedagogica unì quella sociale e politica. Fu deputato del Partito Radicale e, dal 1910 al 1914, ministro della pubblica istruzione, rendendosi altamente benemerito, soprattutto per la lotta analfabetismo, per la statalizzazione della scuola primaria (salvo in alcuni grandi comuni), e per la costituzione della "Unione magistrale nazionale". Si interessò attivamente anche dei problemi agricoli e forestali della provincia di Sondrio. Nel 1919 fu commissario generale civile nel Trentino Alto Adige, ove governò con grande tatto. Nel 1907 fondò la "Rivista pedagogica". Pubblicò numerose opere: sul filosofo Kant e i suoi influssi, su Herbart (il libro "La pedagogia di G. F. Herbart" ebbe quattro edizioni) e su numerosi argomenti filosofici, pedagogici e sociali. Morì a Roma il 15 febbraio 1939.
- Crollalanza Gio. Battista
- Nacque a Fermo il 19 marzo 1819 da famiglia di origine chiavennasca. Incline fin da giovanetto allo studio della storia e dell'araldica, insegnò storia in vari istituti italiani. A Carpi fondò il collegio "Principe Umberto" e resse poi il "Collegio nazionale" di Imola. Nel 1874 fondò nella sua città natale il "Giornale araldico" e nel 1875 I' "Accademia araldica" a Pisa. Lasciò numerose opere importanti; ricordiamo in particolare la "Storia del Contado di Chiavenna", fondamentale per la conoscenza del Chiavennasco. Morì a Pisa I'8 febbraio 1892.
- Crottogini Giuseppe
- Nacque a Bette, in Val S. Giacomo, e visse tra il XVII e il XVIII secolo. Architetto, fu molto attivo, insieme con un gruppo di conterranei, in Germania. Eresse il castello di Osnabruck (1680-1693), la chiesa della Beata Vergine di Escherde; lavorò per il teatro di Hannover. Costruì inoltre palazzi e restaurò chiese. Pare che l'opera più importante da lui compiuta sia un convento cistercense nella zona di Hildesheim. Morì forse verso il 1717- 1718. Sono pure da ricordare, operosi come lui in Germania nella stessa epoca, i capimastri Biagio, Pietro e Sebastiano Crottogini, probabilmente suoi parenti.
- Damiani Guglielmo Felice
- Nacque a Morbegno il 25 ottobre 1875.Studiò a Como e all'Università di Pavia, ove si laureò. Insegnò a Celana, a Mortara e a Napoli. Fu uomo di grande erudizione e maestro scrupoloso. Studiò in particolare il poeta postellenistico Nonno di Panopoli e il cavalier Marino, notissimo poeta barocco, ma soprattutto fu poeta gentile e malinconico. Pubblicò una raccolta di idilli intitolata "Le due fontane" (1899) e la raccolta di versi "La casa paterna" (1903). II Bertacchi, dopo la sua morte, ne raccolse le poesie disperse e inedite in due volumi che intitolò "Lira spezzata" (1907 e 1912). Sua opera di maggior importanza è considerata lo "Studio sopra la poesia del cavalier Marino". Fu pure pittore, cultore di storia e studioso delle arti figurative, in particolare della Valtellina, e buon conoscitore della letteratura moderna greca. Morì a Napoli il 23 ottobre 1904.
- De Consoni Gio. Maria Taddeo
- Nacque a Grosotto il 13 febbraio 1801. Studiò a Milano e all'Università di Padova teologia e coltivò molte altre discipline, tra cui la botanica e la chimica. Nel 1826 pubblicò un nuovo metodo di stenografia, che ebbe largo successo e fu detto in seguito "consoniano", in suo onore. Per due anni, dal 1827 al 1828, fu parroco di Grosotto, poi si recò a Milano ove rimase sei anni. Viaggiò molto in Italia e all'estero e si prodigò per convertire al cattolicesimo protestanti ed ebrei. Morì a Firenze, ove si era recato per insegnare stenografia, il 19 novembre 1855.
- Del Piaz Giovanni Battista
- Nacque a Cles nel 1683, ma si può considerare valtellinese. Nel 1703 si trasferì a Lovero, ove sposò Maria Taddea Lambertenghi e fu operoso come ottimo intagliatore del legno, emulo del bergamasco Andrea Fantoni. I suoi intagli migliori sono nelle chiese del Bormiese, nel santuario di Tirano, a Buglio in Monte, a Lovero e a Mazzo. È celebre l'organo del santuario della Beata Vergine di Grosotto, iniziato dallo Scalvini e portato a termine dal Del Piaz. Morì a Lovero nel 1754.
- De Simoni Alberto
- Nacque a Bormio il 3 giugno 1740. Studiò dapprima a Bormio presso i Gesuiti e poi filosofia e lettere a Milano e infine diritto nell'Università di Innsbruck e Salisburgo. Ritornato in patria, esercitò l'avvocatura e curò l'edizione delle sue opere di diritto. Dapprima lodato dai Grigioni, fu poi condannato per aver pubblicato, nel 1788, il "Ragionamento giuridico-politico sopra la costituzione della Valtellina e del Contado di Chiavenna" e "II prospetto storico politico apologetico del governo della Valtellina" del 1791, in cui rivendicava i diritti della sua patria. Dovette fuggire a Milano, ove ebbe la protezione del governo austriaco. Durante la Repubblica Cisalpina, il vicepresidente Melzi l'incaricò di compilare un codice criminale per la nazione italiana. Nel 1803 Napoleone lo nominò membro dell'Istituto nazionale, nel 1804 membro del Tribunale costituzionale d'Appello del Dipartimento del Lario (del quale faceva parte la Valtellina); nel 1807 divenne consigliere della Suprema Corte di Cassazione. Noto per la sua accortezza, si dice che Napoleone lo chiamasse "la mia volpe montanara". Morì a Morbegno il 30 gennaio 1822.
- Dolzino Francesco
- Nacque a Chiavenna nei primi anni del secolo XIX da famiglia facoltosa. Seguace del Mazzini, è la figura più illustre del Risorgimento nel Chiavennasco. II 19 marzo del 1848 organizzò a Chiavenna un comitato di sicurezza, che provvide a disarmare il presidio austriaco, poi marciò verso Morbegno e Sondrio per porgere il proprio aiuto ma, strada facendo, fu avvertito che le due cittadine si erano già liberate. Con una colonna di volontari, allora, si diresse verso Lecco. Fu poi inviato ad Erba per sorvegliare quella zona strategicamente importante. Rientrato in Chiavenna, arruolò volontari per la difesa dello Stelvio. Tornati gli Austriaci in Lombardia, organizzò la difesa del Chiavennasco, resistendo per sette giorni (22-28 ottobre) a Verceia, con un manipolo di uomini, alle truppe del maresciallo Haynau. Dovette poi riparare in Svizzera, da dove riapparve nel 1849 ma, dopo la disfatta di Novara, ripassò il confine e si portò a Genova, ove visse poveramente anche perché il governo austriaco lo aveva privato di tutti i beni. Morì di colera nel 1855.
- Fabani Carlo
- Nacque a Morbegno nel 1858. Orfano, povero e ammalato riuscì con grande volontà a compiere un corso regolare di studi presso il seminario di Como, da dove uscì sacerdote nel 1881. Fu prevosto di Valle, sopra Morbegno ove, oltre alla propria missione, poté compiere, per quasi 25 anni, approfonditi studi di scienze naturali e soprattutto di zoologia. Nel 1897 fu nominato socio corrispondente e poi ordinario della Pontificia accademia romana, membro del "British Museum" e di altre celebri associazioni di studiosi. Pio X lo nominò monsignore per i suoi alti meriti. Le sue pubblicazioni sono numerosissime e tra esse alcune di notevole interesse dedicate alla Valtellina, come "La Valtellina - Monti e boschi" (1898); "Un fenomeno luminoso, ossia la fiammella di Berbenno" (1899); "La Valtellina e l'agricoltura" (1900); "La Valtellina e i suoi pascoli alpini" (1902). Morì a Morbegno il 24 ottobre 1906.
- Ferrari Pietro Martire
- Nacque a Sondrio nell'anno 1761. Studiò medicina e fu professore di patologia all'Università di Pavia. II celebre statista e scrittore Melchiorre Gioja, venuto in Valtellina per studiare le condizioni della popolazione, ricevette un valido aiuto dal Ferrari per la compilazione delle sue opere. Precedentemente, durante gli ultimi anni della dominazione grigione, il Ferrari si presentò, con altri, a Napoleone per perorare la causa della Valtellina. Fu anche un buon naturalista e studiò in modo particolare la flora delle nostre valli. Morì a Sondrio il 24 luglio 1825.
- Fogliani Sigismondo
- Nacque a Bormio nel secolo XVI. Da giovane studiò a Bergamo e si laureò in lettere e dialettica a Pavia. Rimase qualche anno a Casale Monferrato e passò poi a Mantova, quindi a Milano, a Genova e a Venezia, dove divenne amico del celebre Manuzio. Scrisse in ottimo latino lettere, molto apprezzate, un libro di poesie (1579) e vari discorsi.
- Fontana Carlo Giacinto
- Nacque a Morbegno il 10 maggio 1699. Rimasto orfano giovanissimo, cercò conforto nello studio e nella lettura dei documenti dell'archivio di famiglia, divenendo un ottimo paleografo e ricercatore scrupoloso. Non ancora ventenne, nel 1728, venne creato notaio, specializzato nella lettura degli atti antichi, che gli altri notai non sapevano decifrare. Fu pure un grande raccoglitore di documenti, oggi in buona parte dispersi. Rimangono tuttavia quasi tutte le sue opere manoscritte e l'unica pubblicata a Como nel 1748, intitolata "Breve relazione della chiesa e comunità di Morbegno".Fu amico di F. S. Quadrio al quale fornì notizie e trascrizioni di documenti per la stesura delle sue "Dissertazioni". Morì a Morbegno il 5 febbraio 1776.
- Fumagalli Eliseo
- Nacque a Delebio il 24 giugno 1887.Frequentò l'Accademia di Brera e fu allievo del Pogliaghi, del Tallone, del Mentessi e del Bignami. Ancora giovane, ottenne molti premi tra cui I'Hayez e il Caimi-Bosso. Si affermò soprattutto quale valente affreschista. Lo testimoniano le vaste opere nel santuario di Grosotto, nella basilica di S. Maria Maggiore di Bologna e quelle nelle chiese di Dazio Mello, Caspano, Ardenno, Delebio, Como, Legnano e in S. Maria Segreta a Milano. Nature morte, ritratti e paesaggi del Fumagalli, oltre che presso privati, sono conservati nel Museo civico di Sondrio. Morì a Delebio il 16 luglio 1943.
- Gavazzeni Giovanni
- Nacque a Talamona il 13 settembre 1841. Studi di pittura all'Accademia Carrara di Bergamo e fu allievo dello Scuri. Fu buon ritrattista e valente pittore di scene sacre ad affresco e su tela, armoniose per composizione e colore. Opero in numerose chiese della Valtellina e ritrasse personaggi della nobiltà e della borghesia valtellinese. Le sue opere più significative sono a Delebio, Morbegno, Tirano e Sondrio. Qui affrescò "L'assunzione di Maria Vergine" sulla volta e la scena con "La morte di S. Giuseppe" in un altare della collegiata. Morì il 29 novembre 1907.
- Gianoli Giovanni Battista
- Nacque a Sondrio il 25 novembre 1890. Studiò a Sondrio e ancor giovane compì numerosi viaggi per approfondire le proprie conoscenze soprattutto nel campo delle belle arti. Fu incessante la sua opera per far conoscere, amare e proteggere il patrimonio artistico della Valtellina. Direttore della Biblioteca civica di Sondrio "Pio Rajna" e del Museo valtellinese di storia e arte, da lui fondato nel 1951, promosse e organizzò mostre d'arte e di bibliografia assai apprezzate. Scrisse numerosi articoli su riviste e giornali locali, e alcuni libri e opuscoli tra cui la "Guida artistica della provincia di Sondrio". Morì a Sondrio il 1° dicembre 1968.
- Gianoli Giuseppe
- Nacque a Sondrio il 10 gennaio 1850. Compiuti gli studi liceali a Sondrio, si recò a Torino ove, presso il Museo industriale, studiò chimica sotto la guida del celebre prof. Kopp, il quale lo condusse con sé a Zurigo, dove completò gli studi superiori. Tornato in Italia, si stabilì a Milano, ave fu operoso presso importanti società, quali la Pirelli, la Borsalino, la De Angeli. Si interessò attivamente all'industria della ceramica e della seta. Fu membro del Consiglio superiore delle ricerche con Guglielmo Marconi. Morì a Milano il 15 gennaio 1934.
- Giovannino figlio di Stefano
- Originario di Sondalo, visse nella seconda metà del secolo XV. Fu pittore di affreschi, notevoli per immediatezza e gusto popolare. Fu attivo, probabilmente con aiuti, in molte chiese valtellinesi e specialmente nel Bormiese. Di interesse particolare i cicli dipinti nelle chiese di S. Marta a Sondalo e di S. Bartolomeo in Valdisotto.
- Giuliani Renzo
- Nacque a Ponte il 20 aprile 1887, da modesta famiglia di agricoltori. A costo di gravi sacrifici poté frequentare il ginnasio - liceo di Sondrio e poi la Scuola di medicina veterinaria di Milano. Si laureò nel luglio del 1910. Nel 1911 insegnò anatomia nella Scuola superiore di agricoltura di Milano. Nel 1915 conseguì la libera docenza e partì per il servizio militare. Poté iscriversi alla Scuola superiore d'agricoltura di Bologna, laureandosi nel 1918. Nel '19 si trasferì a Roma e poi a Portici. Nel 1925 fu chiamato dal prof. Serpieri all'Istituto superiore d'agraria di Firenze, ove insegnò per 37 anni. Fu membro di parecchie Accademie e presidente di quella dei Georgofili di Firenze. Nel 1946 ricevette la laurea "honoris causa" del Politecnico di Zurigo e nel 1955 la medaglia d'oro dal ministro della pubblica istruzione. Morì a Firenze il 2 agosto 1962.
- Grazioli Vincenzo
- Nacque a Cadelsasso, frazione di Civo, il 27 giugno 1770, da modesta famiglia; ancor giovane si recò a Roma, dove soggiornava il padre. Entrò come garzone nel negozio di un mugnaio che, avutolo caro perché buono, intelligente e operoso, gli diede in sposa la figlia, assai ricca. Durante l'occupazione francese fornì le truppe che occupavano Roma e il Napoletano di foraggi e vettovaglie, realizzando ingenti guadagni; poté così acquistare enormi estensioni di terreno a Castelporziano e nel Regno di Napoli. Divenne in seguito un vero e proprio banchiere e prestò danaro a papi e regnanti. Si dice che non dimenticasse mai le sue umili origini e fosse generoso coi bisognosi. Morì a Roma nell'aprile del 1857.
- Greco Bartolomeo
- Nacque a Traona da ricca famiglia nel secolo XVII. Studiò medicina a Parma, dove si laureò nel 1764. Esercitò la professione in Traona. Pubblicò diverse opere, tra cui il pregevole trattato "Sistema ippocratico-galenico-neoteorico ", relativo alle teorie dei popoli antichi intorno alla circolazione del sangue, stampato a Milano nel 1707.
- Gualzetti Giovanni Battista
- Nacque a Sondrio nel 1792. Fu sacerdote e valido professore nel ginnasio cittadino. È noto soprattutto come oratore sacro. Stampò a Milano, tra il 1832 e il 1841, tre volumi di "Discorsi, sermoni e panegirici". Nel 1834, allorché Sondrio fu devastata dalle acque del Mallero, si prodigò per assistere e confortare gli infortunati. Nel 1848 sollecitò i giovani sondriesi a recarsi a combattere allo Stelvio e al Tonale. Ritornati gli Austriaci dopo la sconfitta, visse in solitudine. Morì a Sondrio il 13 febbraio 1852.
- Guanella Luigi (Beato)
- Nacque a Fraciscio, frazione di Campodolcino, il 19 novembre 1842. Fu ordinato sacerdote nel 1866 e inviato come teologo a Prosto. Si recò poi a Torino presso l'Istituto di don Bosco, dove prestò la sua opera e fece tesoro dell'esperienza vissuta per il suo futuro apostolato. In un periodo che va dal 1885 al 1914 fondò una ventina di istituti di beneficenza, tra i quali ricordiamo particolarmente l'Opera di Ardenno per minorati psichici del 1885, la Colonia agricola di Nuova Olonio, fondata nel 1900 col prosciugamento di parte del Pian di Spagna e, ultima in ordine di tempo, quella di Berbenno del 1914. Di lui si può dire che diede tutto se stesso e, se chiese, chiese per i diseredati e coloro che maggiormente abbisognavano di aiuto e di conforto. Morì a Como il 25 ottobre 1915. Venne beatificato il 25 ottobre 1964.
- Guicciardi Diego
- Nacque a Lugano il 26 febbraio 1756 da padre pontasco. È, senza dubbio, il più importante uomo politico valtellinese del periodo in cui la Valle e le due Contee passarono dal dominio grigione a quelli francese e austriaco. Nel 1785-87 fu cancelliere generale di Valle e partecipò più volte a deputazioni a Coira, a Milano e a Vienna. Nel 1797 fu a capo degli inviati a Napoleone per chiedere l'annessione della Valtellina alla Repubblica Cisalpina. Ricoprì in seguito rilevanti cariche presso il governo di detta Repubblica e del Regno d'Italia, tra le quali quella di ministro di polizia e dell'interno. Nel 1809 fu nominato membro del senato, di cui fu cancelliere. Nel 1814, caduto Napoleone, si schierò con coloro che vollero l'annessione della Valtellina al Regno Lombardo-Veneto e fu con Gerolamo Stampa a Vienna (sett. 1814giugno 1815), quale delegato valtellinese, ove sostenne con successo tale scelta. Rivestì alte cariche anche durante il dominio asburgico. Morì a Milano I'11 aprile 1837.
- Guicciardi Enrico
- Nacque a Ponte il 6 novembre 1812. Laureatosi in legge, fu notaio a Sondrio dal 1846 al '48. Ancor giovane era stato affascinato dagli ideali mazziniani e allo scoppio della prima guerra d'indipendenza fu zelante organizzatore e capo dei volontari che accorsero al Tonale per impedire l'avanzata degli Austriaci. Caduta l'effimera Repubblica "Stelvio-Tonale" ,riparò nei Grigioni. Da lì raggiunse il Piemonte, ove capeggiò il battaglione bersaglieri valtellinesi, distintosi nella battaglia di Novara. Nel 1859 fu messo a capo della provincia di Sondrio col compito di instaurare i nuovi ordinamenti politico-amministrativi. Precedentemente aveva collaborato alla lotta contro l'Austria nel Bormiese. Fu prefetto di Cosenza, ove lottò contro il brigantaggio; poi, nel 1866, commissario nella provincia di Mantova e prefetto di Palermo. Buon alpinista, nel 1853 fu il primo italiano a raggiungere la vetta del Monte Bianco. Nel 1871 si interessò alla costituzione della sezione valtellinese del C.A.I.. che fu fondata nel 1873. Morì a Ponte il 1° luglio 1895.
- Guicciardi Francesco e Innocenzo
- Poco conosciamo della vita di questi due fratelli originari di Ponte, noti esclusivamente perché nel 1578 ultimarono il grandioso ciborio in bronzo, a forma di tempio rinascimentale, che orna l'altare maggiore della chiesa di S. Maurizio di Ponte e che è considerato una delle opere artistiche di maggior pregio della provincia di Sondrio.